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27-02-2018

Manca Moratti, Saras Sale, Ma Cosa Festeggia la Borsa?

Sentii parlare una volta Moratti in un circolo di cui ero suo  consocio su un argomento che non aveva risvolti economici, in una difesa affettuosa dell'operato della moglie a quel tempo sindaco di Milano.

Moratti utilzzò senz'altro a suo favore  meccanismi di una borsa bisca, quotando Saras diversi anni fa a un prezzo quasi doppio a quello attuale e ricomprandosi poi parte delle azioni a circa un euro pochi anni dopo. Ma come imprenditore era senz'altro abile: negli anni mandò avanti con successo l'eredità del padre, fu decisivo, sebbene silenzioso, nella elezione di sua moglie a sindaco (che sia o meno piaciuta) e tenne sempre fuori l'azienda dalle ambizioni calcistiche del fratello che prevedevano investimenti faraonici, non più quelli dell'epoca del loro padre all'Inter.

Saras, poi rientrata in serata, "vola" ieri mattina  in borsa spinta dalla speculazione, come il giornalista senza grandi scrupoli riporta https://www.milanofinanza.it/news/addio-a-gian-marco-moratti-201802260926281097

Il settore della raffineria non è particolarmente interessante se non per prezzi del petrolio elevati ma a dieci volte gli utili Saras non è cara in borsa. Perché dovrebbe andare meglio sotto una nuova compagine societaria mi è del tutto oscuro. Certo mercati finanziari dove storie come quella di Tesla che riportiamo nella newsletter di sabato spingono ad un apprezzamento del titolo hanno evidentemente perso qualsiasi senso dell'etica ma qui la storia è ancora pù triste.

Molte case finanziarie, spesso spinte dalle grandi aziende, danno per certa una vittoria di una coalizione di centro sinistra e centro destra domenica, alcune in previsione consigliano l'acquisto di titoli di stato italiani.

E' del tutto possibile, anzi probabile che con questa legge elettorale lunedì vedremo allearsi politici che sino al giorno prima si giurano opposizione, crediamo che sull'asse Telecom-Mediaset-Vivendi si consumi un possibile alleanza Renzi e Berlusconi.

Come anche questo sarebbe da festeggiare è difficile da capire. La vera disocccupazione in Italia è molto salita, come spiega questo studio che corregge gli effetti di dati ufficiali che considerano occupata una persona che lavora un'ora alla settimana http://www.economiaepolitica.it/lavoro-e-diritti/lavoro-e-sindacato/disoccupazione-in-europa-una-misura-piu-completa/ Ma in economie dove la finanza conta il settanta per cento e l'economia di chi lavora il trenta interessa a pochi.

Rimaniamo dunque convinti che qualsiasi risparmiatore italiano non dovrebbe avere più del dieci per cento del suo portafoglio investito in Italia: speculare sulla Saras alla morte del suo azionista di riferimento o su un risultato di continuità alle elezioni, in un paese allo stremo tra le classi più deboli, è sintomo di un sistema molto malato.
 
 
 

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