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31-01-2007

Boom delle entrate, tasse in discesa?

Ieri Visco ha annunciato che il recente boom delle entrate potrebbe consentire una riduzione della tassazione già a partire dal 2008. La mossa ha un sapore molto propagandistico, in un momento in cui la maggioranza ha qualche problema di tenuta. Nel frattempo, come ricordato dalla comunità europea qualche giorno fa, il rapporto tra deficit pubblico e Pil rimane preoccupante, anche se il ministro Padoa Schioppa si è affrettato a ricordare che non è fuori dalle medie europee.
Come sempre in Italia, il problema non è dal lato delle entrate (se le entrate aumentano così tanto in un momento in cui il Pil italiano crece ben sotto la media europea vuol dire che l'aumento di gettito deriva da una sottrazione di risorse produttive all'economia reale), ma dall'incapacità di contenere la spesa.
Non ci risulta ad esempio che lo stipendio di Scaroni (Eni) o Cimoli (Alitalia), sia stato decurtato ad oggi dentro ai limiti previsti dalla Finanziaria per i manager pubblici (mezzo Milione di Euro, Scaroni ne guadagna circa 11); se così è, probabilmente queste aziende non vengono considerate pubbliche, perchè sebbene lo stato mantenga una partecipazione di minoranza relativa importante (la cosiddetta Golden share), la maggioranza del capitale è in mano al mercato. Ne' che il budget della Presidenza, oltre 200 milioni all'anno per Napolitano (più di quattro volte quello di appannaggio alla regina nel Regno Unito), abbia subito pesanti decurtazioni. Sinchè non si mette mano, ma davvero, alla macchina pubblica, dichiarazioni come quelle di Visco (vale anche per i precedenti governi, i voti si prendono soprattutto abbbassando le tasse) fanno un po' sorridere.

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