11-03-2019

Brexit, Tav, "Muro", Altri Rinvii, Finché la Gente Dimentica

Oramai la poltica sembra non avere  alcun interesse residuo  alla bontà delle decisioni per lo sviluppo economico dell'area cui competono: certamente questo lungo periodo di melina non ha fatto bene alla Gran Bretagna che quale fosse la decisione sul percorso da intraprendere dopo il referendum avrebbe fatto meglio a rimuovere qualsiasi incertezza.

La May e il suo sostegno in Parlamento minacciano che l'alternativa a un mancato accordo questa settimana sia che la Gran Bretagna non esca dall'Unione Europea: che è esattamente dove sia Bruxelles che Londra volevano arrivare dall'inizio, ma chi aveva votato per l'uscita della Gran Bretagna, si sarebbe rivoltato.

Le borse evidentemente gradirebbero il rinvio, a questo punto dopo le elezioni europee perché nessuno oggi vuol prendere decisioni non sapendo cosa succederà in quella sede. La sensazione è che si andrà verso un Parlamento Europeo sempre più rappresentato dalle destre nazionaliste e che questo porterà ad un' ulteriore paralisi nei processi di unificazione: tali espressioni sono tutte d'accordo nel combattere l'immigrazione ma nessuno, in Austria o in Ungheria, sosterrà mai una poltica di maggiore deficit pubblico dell'Italia se a finanziarla devono essere anche loro.

Si sta facendo infatti strada l'dea di sostituire i sostegni monetari con quelli fiscali, da più parti in Europa si chiede la ridiscussione dei parametri di Maastricht:  la politica fiscale può fare da contrappeso a quella monetaria solo se è armonizzata all'interno dell'area cui si applica. Se come oggi accade l'Ungheria atrrae imprese italiane con la sua bassa fiscalità, se noi applichiamo una tassazione (questa viene dal governo precedente) agevolata ai super ricchi che decidono di venire in Italia (come Ronaldo), del tipo di quella che l'Inghilterra ha applicato per anni attirando a Londra mafiosi di ogni tipo, se in sostanza con le loro politiche fiscali gli stati membri competono uno con l'altro non vi è nessuna possibilità di ampliare i deficit pubblici perché nessuno stato con una politica fiscale sana, come la Germania, appoggerà mai la decisione.

Sul piano della rinegoziazione con la Francia anche la vergognosa posizione di Conte sulla Tav, che in sostanza sblocca, con un trucco da azzeccagarbugli, l'inizio dell'assegnazione dei bandi, ma rimanda l'inizio dei lavori a dopo le elezioni europee. E' chiaro che il Movimento Cinque Stelle cercherà di portare anch'esso la decisione a dopo le elezioni europee, dove altrimenti davvero rischia di essere cancellato.  Anche qui si spera che gli elettori di quel partito si dimentichino dell'opposizione del Movimento al progetto, almeno sino a dopo le elezioni di maggio.

Sullo stesso piano la nuova trovata di Trump che ora chiede al congresso, questa volta per la Legge di Bilancio del 2020, tre miliardi di più per la costruzione del muro. Anch'egli spera di tenere in vita le promesse fatte agli elettori sino alla scadenza del suo mandato, sperando in un rinnovo.

La peggior politiica di sempre dal dopoguerra ha preso consensi dagli elettori facendo promesse che non può mantenere, in Italia e nel resto dell'Unione Europea cui la Gran Bretagna continuerà probabilmente ad appartenere, così come negli Stati Uniti.

Le conseguenze sono senz'altro negative per l'economia reale ma probabilmente positive per le borse: sempre più aziende in questo contesto in cui il livello di indebitamento del sistema pubblico e di quello privato continuano a salire, ricorreranno alla borsa come meccanismo di finanziamento: in questo periodo in italia si quota all'Aim una società di crowdfunding; siamo alla commedia dell'assurdo, una società che promuove la raccolta di risparmio al dettaglio dal pubblico ma che per se stessa in sostanza nega la sostenibilità di quel modello.

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