La frase e' di Karl Kraus, che conosceva Vienna ai tempi di Freud e si riferiva alla psicologia: applicare tecniche meccanicistiche alle scienze sociali non e' mai funzionato, anzi qualche volta amplia i problemi. Tutti, ma proprio tutti gli analisti tecnici si aspettavano un rafforzamento del dollaro nei confronti dell'euro ma dopo il terzo rialzo consecutivo e nonostante BCE e Banca del Giappone giurino che non alzeranno i tassi per anni a venire, il dollaro e' caduto pesantemente. L'analisi tecnica si basa fondamentalmente sui fenomeni di massa e prevede che una tendenza sia destinata a continuare finche' non vi e' evidenza del contrario: puo' dare la sensazione di funzionare in periodi in cui in mercati trainati dalla liquidita' gli investitori non fanno alcun ragionamento se non leggere Milano Finanza o il Sole 24 Ore (quando una cosa arriva sulla stampa e' gia' successa quindi non ha alcun valore predittivo). Si tratta di una sensazione, perche' dati alla mano su serie storiche pluriennali, nessun analista tecnico fa meglio del mercato: il che e' logico perche' l'analisi tecnica si inserisce su un movimento gia' iniziato, quindi ne perde un pezzo. Per questa stessa caratteristica l'analsi tecnica amplia artificialmente movimenti speculativi, preparando la successiva caduta. Ha avuto molto successo tra sedicenti esperti di finanza perche' chiunque tracci una linea tra due punti (a posteriori c'e' sempre una linea che passa da due punti quindi guardando indietro si puo' "dimostrare" qualsiasi cosa) puo' fare previsioni senza saper leggere un bilancio o un bollettino economico. In particolare sul mercato dei cambi, dove il nonvantanove per cento delle transazioni e' di natura speculativa (quindi non ha uno scambio di merci o servizi sottostanti) l'analsi tecnica moltiplica a dismisura le transazioni, a beneficio delle banche ma non dell'investitore. In piu' tutti oramai operano a Leva per cui anche con capitali piccoli si muovono volumi enormi. Il consiglio, soprattutto in momenti di picco quali quello attuale e' dimenticarsi di medie mobili e teste e spalle, prendere posizioni magari piu' piccole ma ragionare sui fondamentali: proprio perche' il mercato dei cambi e' di natura speculativa quello che conta e' la derivata seconda delle variabili sotto osservazione, ovvero quale e' il ritmo a cui un certo indicatore continua a salire o a scendere, non se sale o scende: sulla curva dei tassi americani non siamo lontani dal tre per cento per il decennale, per la Germania siamo nell'ordine di qualche decimo di punto percentuale: e' piu' facile che i tassi salgano in Europa che negli Stati Uniti da qui, nonostante l'America cresca piu' dell'Europa. |