05-09-2010

ETF perchè è meglio usarli solo per andare "corti" sul mercato

Gli ETF sono strumenti, ve ne sono molti quotati sul mercato italiano, che consentono una esposizione immediata ad un mercato o ad un settore a bassi costi. Vengono quindi preferiti da molti investitori all'investimento diretto in titoli perchè più economici e perchè è sufficiente fare previsioni su aggregati invece che andare a guardare i bilanci delle società.
Non molti però sanno che larga parte di questi strumenti sono costruiti facendo uso di "future", di contratti cioè che indicano il prezzo per comprare ad una data futura gli strumenti sottostanti.
Per chi li quota è così facile coprirsi dal Rischio di fluttuazioni: per ogni ETF contenente contratti future venduti al cliente l'istituto che si impegna a fare prezzo prende una posizione contraria alla medesima data sui propri libri, lucrando il Margine.
Qui però viene il problema, soprattutto se si tratta di mercati legati all'andamento delle materie prime. Generalmente, i situazioni di ampia offerta, simile a quella che è stata per i gas naturali nei mesi scorsi, il prezzo dei future sullo strumento sottostante è superiore al prezzo a pronti atteso a scadenza per la medesima data (una situazione conosciuta come contango). Se il pezzo a pronti atteso per quella data non cambia il prezzo del future deve per forza scendere col tempo. Ecco allora che chi detenesse un ETF costituito da future su un mercato
caratterizzato da una situazione di "contango", potrebbe trovarsi a perdere soldi anche se il mercato sale.
Altri ETF usano poi posizioni a Leva, dove quindi il potenziale guadagno o perdita sono amplificati dalla circostanza di essere investiti per più del proprio patrimonio sul mercato sottostante.
Useremmo quindi solo ETF per costituire posizioni contro un settore (tipo quello bancario europeo, per cui abbiamo spesso indicato un ETF quotato in Italia), perchè per un investitore privato questo è davvero l'unico modo per scommettere al ribasso senza dover chiudere le posizioni in breve termine, soprattutto se il mercato gli va contro per un periodo.
A breve modificheremo il nome della nostra sezione "Chindia" in Commodities. Parlare di materie prime e parlare delle due grandi economie orientali è oramai quasi un sinonimo. Forniremo quindi in quella sezione indicazioni speriamo utili per investire nel mercato delle materie prime.
Ci troviamo di fronte ad un periodo che potrebbe somigliare agli anni 70: mercati azionari che nel loro complesso si muovono nelle due direzioni in un intorno relativamente limitato e alcune materie prime che prendono il largo. Investire anche in materie prime, direttamente o attraverso titoli del settore, rappresenta a nostro parere una scelta obbligata.
Non vi confluirà solo il denaro tipicamente investito in borsa. I mercati obbligazionari, per i prossimi anni possono solo scendere, perchè i tassi da qui possono solo salire.
Anche l'investitore tradizionalmente più prudente, se non vuole perdere soldi, dovrà accostarsi al mercato delle materie prime.

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