Il giorno più atteso dell'anno, pertanto anticipato oramai come un non evento da mercati di nuovo ai massimi storici, sarà condizionato in serata dalle dichiarazioni di Bernanke, soprattutto in merito alla credibilità dell'obiettivo per un tasso di disoccupazione del 6,5% come livello cui terminare le operazioni di sostegno al mercato. I bassi livelli di nuove richieste di sussidi, oramai da alcune settimane, fanno pensare che oramai chi poteva tornare nel mercato del lavoro lo abbia già fatto: che quindi il punto circa di occupazione che manca al livello inizialmente indicato dalla Fed sia forse ineliminabile. Se la Fed decidesse di continuare invariati i programmi di acquisto, vorrebbe crediamo dire che sarà chiesto a Bernanke di rimanere per un terzo mandato. Nessuno che abia un'aternativa (geithner ce l'ha, Yellen no) vorrebbe infatti prendere la sua poltrona con un bilancio della Fed che a fronte di 60 miliardi di Mezzi propri ne ha più di cinquanta volte tante di attivo, a meno che il processo di riduzione o "tapering" sià già stato avviato da altri. Nè di ereditare borse sopravvalutate rispetto ai fondamentali di un buon venti per cento. Se il mercato dovesse reagire negativamente si tornerà a parlare di Siria come possibile colpevole, ieri i Russi hanno dichiarato che è molto probabile siano stati i ribelli a lanciare l'attacco di agosto. |