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30-01-2018

Fed, Da Non Escludere un Rialzo dei Tassi Domani

Mercati che non ragionano ma vanno semplicemente dietro alle mode di quello che sentono da Davos o da qualsiasi altra fonte che possa giustificare una situazione di borse alle stelle e di dollaro molto sottovalutato.

Sono molti da oggi a domani gli eventi che possono cambiare lo scenario: stanotte dati sull'Inflazione in Australia potrebbero portare un po' di logica su uno dei cross che è salito di più contro dollaro, mentre i prezzi del ferro, cui la divisa è legata precipitano da tempo (tranne che negli utlimi giorni) e il differenziale dei tassi si amplia a favore del dollaro americano.

Poi alle tre di notte ore nostre parla Trump alla nazione. In una situazione di forza particolare, è impressionante il numero di gestori, commentatori e organi di stampa che sono passati dalla critica più acerba al sostegno:  l'altro ieri un commento di Ray Dalio, uno dei grossi gestori americani che dalle critiche al populismo è passato alle lodi di Trump ("il discorso di Trump a Davos è stato profondo, aggressivo e ben accolto"), la stampa ora parla di Mr Trump o Mr President, la satira è scomparsa. 

Non è escluso che in questa condizione Trump affondi pesantemente sul tema degli accordi commerciali e ha sicuramente spazio, perché è l'Europa che non conta molto, non la Cina, a essere più minacciata: Trump sta cercando di riportare in America industrie a basso valore aggiunto che ai Cinesi interessano poco e il debito pubblico americano ha bisogno dei Cinesi.

Certamente Trump spinge la Fed a una politica di dollaro debole ma se vi è un momento buon per alzare i tassi è domani. Quale sia l'indipendenza di una Yellen in uscita non sappiamo ma anche dal punto di vista di chi le subentra è politicamente più facile poter attribuire la decisione a chi se ne va, qualora poi le cose vadano male. 
 
 
 

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