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21-02-2012

Grecia, il Debito Passa dai Privati ai Contribuenti

Dei centotrenta miliardi che entrano, ventitre vanno alle banche greche, trenta per cassa per incentivare i creditori  ad accettare lo Swap (nessuno si chiede come mai invece la BCE abbia un profitto sui medesimi Bond), trentacinque per ricompare i vecchi Bond piu' altri cinque miliardi per pagarvi gli interessi. Quasi niente rimane per stimolare l'economia.
L'obiettivo di raggiungere il 120,5 per cento nel rapporto stock di debito  su Pil non e' realizzabile se non ipotizzando un avanzo primario dall'anno venturo per la Grecia, il che non ha alcuna possibilita' di materializzarsi.
Come sempre si e' cercato di tenere buoni i mercati senza troppo preoccuparsi degli effetti devastanti sull'economia reale di piani di rigore che non danno nessuno spazio alla crescita. Questa operazione avra' effetti negativi, al di la' della prima reazione, sul costo del debito nei paesi periferici, inclusa l'Italia. Le banche creditrici in questo scambio prendono qualcosa, trasferendo di fatto l'onere del buco greco sui contribuenti europei.
La BCE non puo' a nostro avviso lanciare  a fine mese un'altra operazione di liqudita' della dimensione della prima, la maggior parte della quale e' tornata ad essere impeigata sull'istituto centrale in attesa delle scadenze cui le banche devono fare fronte. Non avrebbe altrimenti senso che gli istituti di credito prendessero liquidita' all'uno per cento dalla BCE per restiturgliela ad un tasso dello 0,25 per cento, se vi fossero impieghi produttivi su cui dirottarla. La prima operazione e' stata criticata da Bundesbank ed e' significativo che tra i firmatari dei vari documenti sulla crescita ieri a Bruxelles la Germania non ci sia. La BCE ha inolttre smesso di comprare titoli sul mercato contando sul fatto che le banche commerciali la sostituissero, cosa che e' avvenuta in misura molto limitata. L'abbassamento negli Spread e' stato infatti il portato della rinnovata fiducia degli investitori, Intesa e' riuscita a tornare sul mercato nei giorni scorsi.
Checche' se ne dica, prima di assistere ad un migliroamento della crisi dobbiamo prima avere una pesante svalutazione dell'euro. Il resto e' campagna mediatica. 

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