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19-10-2018

Italia, Qualcosa Deve Succedere, A Breve

La lettera di Bruxelles a Tria (che se la dovrà vedere da solo) non entra nel merito, come è prassi, delle varie misure contenute nel decreto fiscale  ma chiede charimenti sul perché tanti moniti siano stati ignorati.

Quali che siano le modifiche che verranno introdotte nel fine settimana, probabilmente sullo scudo fiscale, nessun cambamento può riportare dentro parametri accettabili a livello comunitario questo documento. 

La sensazione è che la situazione sia sfuggita di mano anche a quelli che passano più da strateghi, in particolare Salvini, convinti di un potere negoziale che non hanno. Se Tria, che ieri alla conferenza stampa con Moscovici sembrava uno scolaro punito, uscirà lunedì con le solite rassicurazioni del caso, arriverà la bocciatura definitiva del decreto.

Voci grosse non se ne possono più fare perché nel frattempo MPS, a meno di un euro e settanta, necessita di ricapitalizzazione immediata e tutte le misure contenute nel decreto legge sulle banche (giusto intervenire sulle banche ma dal lato dell'attivo di bilancio, non del passivo) non fanno che rendere ancora più grave la situazione prospettica dell'istituto.

Come sempre in Italia i cadaveri legati al carrozzone statale li si salva con i soldi o dei contribuenti o dei risparmiatori, si vocifera infatti di un intervento di BancoPosta, che raccoglie risparmio postale e  dovrebbe investire in cose relativamente prudenti.

Chi si preoccupa della stabilità della propria banca e sposta il suo conto corrente su BancoPosta, ci pensi due volte: i bail-in saranno evitati in tutti i modi e di aumenti di capitale sul pubblico non se ne possono fare più. Usare il risparmio postale per salvare porcherie è una delle poche frontiere possibili, sempre che non si capisca che salvare i moribondi forse porta voti, ma continua a drenare risorse dall'economia produttiva, di cui alla politica in fondo non importa proprio nulla: Alitalia è già costata dieci miliardi nei vari interventi e Mps solo sull'ultima operazione ne sta già costando cinque al Tesoro. oltre alle decine costate direttamente ai risparmiatori. Per Ilva il conto sta già a du emilirdi, senza un progetto.
 
 

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