06-04-2009

"Mark to market", un boomerang

La scorsa settimana, FASB il gruppo di revisori contabili che negli Stati Uniti scrive le regole per la formazione del bilancio, ha ceduto alle pressioni del Congresso, lasciando che le banche contabilizzino a costo alcune poste incagliate; l'effetto è paradossale: se una banca ha una partecipazione a 100 che riesce a vendere a 200 mentre una seconda posta che ha pagato 100 vale 0 ma se la tiene in portafoglio, dichiarerà un utile di cento.
Il secondo problema che crea questo sistema è che di fatto rende molto più difficile che il settore privato si ricompri dal Tesoro le partecipazioni nel sistema finanziario. Le banche cercheranno di realizzare il più possibile di utili "per cassa" e questo le lascerà con un portafoglio sempre più incagliato di difficile valutazione per un esterno, visto che il suo valore, gonfiato, sarà certificato dalle società di revisione.
La terza conseguenza negativa sta nel fatto che ora, per parità di trattamento, chiedono la stessa cosa le banche europee.
La quarta e più importante è che per effetto di questo artificio le banche sembreranno più patrimonializzate, ma continueranno a non imprestare perchè la qualità del patrimonio rivalutato tenderà ad essere molto bassa.
Questo trucchetto contabile può contribuire a sollevare la prossima trimestrale delle banche ma a lungo andare pone le basi per ulteriori insolvenze.

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