10-11-2007

Mifid, cosa cambia per il risparmiatore

I die principi cardine su cui si fonda la nuova normativa Mifid introdotta il primo novembre in Europa (chiunque abbia un rapporto bancario riceve in questi giorni una comunicazione dalla propria banca) sono l'introduzione di un regime di libera prestazione dei servizi all'interno della comunità europea e di un corpo di norme a supporto dell'attività di consulenza.
Per quanto riguarda la prima innovazione, la conseguenza più importante consiste nel fatto che nell'attività di compravendita sul mercato, gli intermediari devono ora garantire l'esecuzione ai prezzi più bassi disponibili (best execution). La competizione si allarga enormemente e questo non può che avere effetti postivi sulla riduzione dei costi di transazione per il cliente.
La seconda innovazione cambia a nostro parere in prospettiva tutta la mappa del risparmio e trasforma alcune professioni in modo radicale. Da anni oramai l'attività di asset management tradizionale è in crisi, a causa della tendenza dei gestori ad appiattirsi sulle medie di mercato, risultato che i clienti possono ugualmente ottenere con un ETF (si veda il glossario), a costi estremamente ridotti. L'industria ha risposto con l'introduzione degli hedge funds e di Private equity.html" class="glossary">Private equity, che per i motivi illustrati nell'articolo riportato in home page alla sezione consulenza, diventano a nostro parere una categoria ad alto Rischio.
Esiste sul mercato una categoria di promotori finanziari che avendo riconosciuto i limiti dell'industria da anni si sforzano di fornire consulenza ai clienti che , anche al di fuori della filiera standardizzata dei prodotti che sono spesso costretti a vendere, consenta loro di offrire il vero valore aggiunto ai clienti.
La Mifid introduce la Sim di consulenza ed entro giugno del prossimo anno il Ministero dovrà varare l'albo dei consulenti finanziari (cui di diritto potranno accedere i promotori), che con una responsabilità patrimoniale precisa (saranno chiamati a sottoscrivere polizze rischi di ammontare significativo) ed in regime di assoluta indipendenza dagli intermediari, potranno fornire consigli ai clienti ed essere pagati non più dalla banca (dove comunque i soldi del cliente possono rimanere per un'attività di pura esecuzione) ma dal cliente stesso.
L'attività non è esente da rischi perchè in primo luogo, la consulenza fornita direttamente al cliente è soggetta ad Iva mentre non lo sono le provvigioni che i promotori percepiscono dagli intermediari. Inoltre le banche faranno di tutto per trasformare tali promotori in puri venditori.
Ma ben difficilmente le banche forniranno un 'attività di consulenza dal proprio interno, perchè questo metterebbe in disccusione tutta la discutibile strategia sul risparmio gestito costruita nel corso degli anni.
Può sembrare una piccola differenza, ma se un numero sufficiente di promotori abituati a fornire consulenza ai clienti percepirà l'opportunità, uscendo dalla banca e mettendosi in proprio ( e saranno spinti a farlo perchè riducendosi i costi di transazione si ridurra proporzionalmente il loro monte provvigioni) questa norma può modificare in modo radicale l'industria del risparmio.









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