08-02-2016

Petrolio, Davvero Vicino un Accordo

Stonata la proposta del presidente statunitense di imporre una tassa all'importazione sul petrolio per finanziare misure ambientali.
Già il primo mandato di Obama era stato giocato su una completa revisione della politica energetica del paese, tranne poi battezzare, con il fracking, una delle industrie più deleterie per l'ambiente mai sviluppatesi nell'era moderna. Per fortuna in Europa la frattura da scisto è vietata quasi dappertutto, oggi molti geologi mettono in relazione il suo sviluppo ad alcuni dei recenti disastri ambientali.
La decisione dei Sauditi di  non abbassare le quote di produzione è stata in questi anni soprattutto una reazione alla raggiunta indipendenza energetica americana, che oggi però gli Stati Uniti pagano sia in termini di ambiente che di eccessi di capacità produttiva.
L'incontro a Riyadh con i Venezuelani, sull'orlo della banca rotta e in assoluto con i più alti costi di produzione al mondo fa pensare che si sia davvero vicini ad un accordo sulle quote.
Conviene ai Sauditi, che così smettono di delapidare riserve valutarie, dà una boccata di ossigeno ai produttori sudamericani e scoraggia questa tassa americana, davvero lontana dai principi democratici e di libero mercato che sembravano ispirare l'amministrazione almeno nei primi anni di mandato.
Oggi è senz'altro uno dei settori dei listini azionari con maggior potenziale.

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