08-11-2017

Riforma Fiscale, Trump Ha un Piano, Ma non può Funzionare

Ne ha per tutti Trump nel suo viaggio in Asia, il tasto su cui battere è sempre quello della concorrenza sleale.
Per abbassare le tasse Trump punta su due leve: ripatriare le enormi liquidità delle grandi multinazionali e imporre dazi sulle importazioni dall'Oriente.

Con Broadcomm è intuibile che il trasferimento del quartier generale dall'Asia agli Stati Uniti deve essere stato negoziato contro l'appoggio alla operazione Qualcomm, che creerebbe un monopolio assoluto nel campo delle comunicazioni. L'America negli anni ottanta ce la mise tutta per smontare il monopolio di AT&T per tornare ora da dove è partita, solo con altri attori.
Con quelli che però non hanno favori da ricevere in cambio, il potere contrattuale dell'amministrazione americana è nullo: Apple sembra non costruirà più il suo nuovo centro in Irlanda https://www.bloomberg.com/news/articles/2017-11-08/-1-billion-apple-dream-fades-for-irish-villagers-left-on-hold come risultato di una multa retroattiva imposta con scarsa lungimiranza dall UE. Il risultato, la Apple i centri ora li fa in Danimarca, fuori dallo spazio euro e non ci stupirebbe che a breve la Danimarca diventi la nuova Irlanda anche per Google e per Amazon.
Il piano fiscal di Trump si baserebbe su un altro presupposto: che le tasse aumentino per la classe media: https://www.politico.com/story/2017/11/07/gop-on-defensive-analysis-tax-hike-244642; dopo i risultati a favore dei democratici in Virginia di ieri è meglo che i Repubblicano ci ripensino prima della scadenza di metà mandato del prossimo novembre.

Senza il supporto di questi giganti il piano fiscale di Trump nasce fallito, anche se il mercato ci vorrà credere ancora per un po'-
 

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