17-05-2018

Senza Concreti Tagli alla Spesa, Impossibile la Negoziazione con Bruxelles

Alla fine la via delle riforme in Italia si arena sempre sullo stesso punto: vi sono senz'altro ottime ragioni per rinegoziare con Bruxelles, cui l'Italia nel periodo Monti ha mandato sessanta miliardi di trasferimenti senza ricevere nulla in cambio, a differenza della Spagna, che messa allora più o meno come l'Italia, decise meno presuntuosamente di farsi commissariare e ricevette decine di miliardi di contributi per rimettere in sicurezza il sistema bancario. Ma una maggiore flessiblità, che comunque oggi non è più prevista all'interno del patto sulle clausole di salvaguardia, può essere strappata se maggiori uscite e maggiori entrate vengono proposte in modo almeno in parte coincidente. Ad esempio si potrebbero proporre realistici tagli di spesa, diciamo di sette miliardi per quest'anno e proporre un'applicazione postposta, se proprio ce ne è bisogno, di almeno una delle due misure.
 Quello che spaventa di più è la flat tax perché nel concreto il reddito di cittadinanza lo prenderebbero molti meno di quanti si pensi: chi aspira a questo diritto dovrebbe iscriversi agli uffici di collocamento e non avere avuto successo con almeno tre proposte di impiego: la probabilità che arrivi solo a discuterle è vicino allo zero quindi prima di vedere uscire questi soldi passerebbero forse anni. Ma sulla flat tax il buco è subito dunque bisogna subito proporre tagli di spesa (con molta incisività si potrebbe appunto pensare alla cifra sopra indicata, che era grossomodo quello che aveva suggerito Cottarelli durante il suo mandato).
Ma il governo nasce fragile dunque avere il sostegno, anche esterno, di parlamentari a cui si vogliono tagliare gli stipendi è quasi impossibile. Dunque di tagli di spesa veri per lo meno per quanto si legge sui giornali, nel contratto di governo si parla molto poco.
La sicurezza con cui Salvini va all'attacco dei burocrati dei Bruxelles, pur con delle ragioni concrete, troverebbe forse sostegno anche da altri paesi come la Francia se fosse controbilanciata da un piano credibile di tagli alla spesa. Altrimenti è meglio rifare la legge elettorale e poi avere un governo con una maggioranza indiscussa che può fare quello che promette; a meno che davvero non si voglia uscire dall'euro.
 

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