13-08-2018

Turchia, Niente che Escluda Interventi Esterni Può Funzionare

Difficle immagianre cosa annuncerà stamane il genero di Erdogan, ma niente può funzionare se non con un intervento esterno, che Erdogan vede come il potenziale punto terminale della sua carriera politica.
Le banche turche hanno quasi metà dei debiti in divise estere per cui anche se si imponesse un controllo dei capitali si fermerebbe, ammesso che ci sia, il deflusso di capitali all'estero, ma non certo le vendite contro la divisa.
Un aumento dei tassi dovrebbe essere di almeno dieci punti percentuali ma è difficile immaginare cosa comportrebbe per le aziende turche.
Rimane, nelle soluzioni pacifiche, solo l'intervento del Fondo Monetario, ma qui bisogna trovare l'approvazione di tutti coloro che vi mettono i soldi, compresi gli Orientali che storicamente versano il loro obolo ma non decidono niente nel Fondo.
I cinquanta miliardi di cui si è parlato per l'Argentina qui sarebbero briciole: l Fondo ha una dotazione di circa seicentocinquanta miliardi ma qui la decisione di intervenire, ammesso che i Turchi lo vogliano dovrebbe essere preceduta da una revisione completa del funzionamento del fondo.
Soluzioni militari non possono, speriamo essere prese in considerazione: la rimozione di Erdogan porterebbe ad una lotta tra tribù in particolare ad una insurrezione dei curdi, che oggi sono stati messi largamente a tacere. Si è atteso troppo per decretare che in Turchia siamo di fronte a una dittatura, dove però le aziende europee sono esposte come se si trattasse ancora di una democrazia.
 
 

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