11-01-2008

Banche centrali, il vero problema dei mercati

Nella sua consueta retorica, ieri Trichet ha ancora una volta ammonito sui rischi inflattivi derivanti dagli aumenti nei prezzi delle materie prime e ribadito che, almeno a suo giudizio, combattere l'Inflazione rimane l'obiettivo principale dell'istituto che dirige. Nello stesso giorno Bernanke ha fatto sapere ai mercati che la situazione statunitense è più grave di quanto previsto, il che lascia la strada aperta a tagli nei tassi più aggressivi di quelli anticipati. Ancora, dopo avere solo un mese fa commentato con favore il possibile ingresso nel capitale di Northern Rock, la travagliata banca britannica, di Virgin, la Banca d'Inghilterra ha ieri annunciato che gli azionisti potrebbero vedere il valore delle loro azioni a zero perché la vendita potrebbe non esser possibile.
Non occorre essere degli economisti per notare quanto spesso questi banchieri, oramai politici navigati, si contraddicano di frequente e come soprattutto manchino di coordinare le rispettive politiche di intervento sul mercato. Come è possibile che in Europa la preoccupazione principale sia l'Inflazione (che se fosse misurata nello stesso modo in cui lo è dagli americani avrebbe letture analoghe in entrambe i continenti), mentre negli Stati Uniti nessuno è invece disposto ad accettare una recessione, quasi che queste fasi di correzione spesso salutari potessero essere cancellate dai cicli economici?.
Nonostante il gran discutere di globalizzazione, gli interventi delle banche centrali sono orientati al provincialismo più ristretto. Con ogni probabilità la Fed non riuscirà ad evitare la recessione negli Stati Uniti e la BCE dovrà riconoscere che con la sua Azione scoordinata dal resto del mercato contribuisce ad affossare il valore del dollaro che a sua volta si traduce in aumento dei prezzi delle materie prime; in un momento in cui tutti parlano di riduzione drammatica nei tassi di crescita dell'economia mondiale, se il petrolio fa nuovi massimi ogni giorno possono esserci solo ragioni speculative. Può sembrare un paradosso ma la posizione ribadita ieri da Trichet contribuisce ad alimentare l'Inflazione invece che a spegnerla.

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