14-11-2005

La settimana borsisitica internazionale all 11 settembre

Nell’ottava in esame, le principali piazze finanziarie internazionali hanno evidenziato un andamento moderatamente positivo, sebbene in parte irregolare.
Sul fronte valutario, il dollaro Usa si è rafforzato ulteriormente contro
l’euro. A pesare sulla moneta unica, che ha toccato in proposito il minimo da 2 anni, hanno peraltro giocato gli interventi di ministri finanziari europei ed organizzazioni economiche, che hanno messo in guardia la Bce dal procedere ad un aumento dei tassi d’interesse, considerato come la crescita economica sia ancora troppo fragile.
Da rilevare una flessione delle quotazioni petrolifere, propiziata da un incremento superiore alle attese delle scorte settimanali di greggio negli Stati Uniti, dalle previsioni di un inverno mite e da speculazioni su una crescita della produzione nel Golfo del Messico.
Le Borse del vecchio continente hanno tratto vantaggio dal ribasso dei prezzi dell’oro nero, dal prospettato miglioramento dell’export europeo a seguito dell’indebolimento dell’euro nei confronti del dollaro e dalla pubblicazione di risultati aziendali soddisfacenti.
I mercati statunitensi hanno evidenziato una propensione al rialzo, malgrado dati macroeconomici contrastanti. Il disavanzo della Bilancia commerciale si è ampliato ulteriormente, annoverando tra le cause la più dispendiosa bolletta energetica
connessa con l’ultima pesante stagione degli uragani e gli scioperi della Boeing, che hanno bloccato le vendite di aerei. Migliore dei pronostici, invece, l’indice di fiducia dei consumatori redatto dall’Università del Michigan. Il comparto tecnologico è stato privilegiato dalle iniziative d’acquisto.

L’indice guida della Borsa nipponica ha guadagnato diverse posizioni,
raggiungendo il punto più elevato degli ultimi 4 anni. Nel periodo, è stato raggiunto un record storico, relativamente ai 56 anni di vita della Borsa, per quanto concerne il volume delle contrattazioni. Le favorevoli previsioni per l’economia interna hanno trovato una conferma formale nella pubblicazione della crescita del Pil giapponese riferito al terzo trimestre, che è risultata superiore ai pronostici, con l’1.7% in luogo dell’ 1.1%. Ad una maggiore volatilità correlata alle azioni del settore bancario, si è contrapposta una migliore impostazione quanto ai titoli dell’high-tech, che hanno sicuramente beneficiato della notizia che il gruppo coreano Samsung spenderà
entro i prossimi 5 anni 45 miliardi di dollari in programmi di ricerca.
a cura di Corner Banca


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