01-03-2006

La settimana borsistica internazionale al 24 febbraio 2006

Cronache dai mercati finanziari

Il Punto

L’analisi dei principali indici azionari evidenzia un andamento molto incerto, fatta eccezione per i mercati asiatici prevalentemente orientati al rialzo. I saldi settimanali risultano
pertanto contrastati, con oscillazioni in entrambi i sensi, benché la piazza statunitense abbia evidenziato una più spiccata tendenza al ribasso. All’inizio della settimana l’Europa è stata positivamente influenzata dalle persistenti speculazioni riguardanti nuove operazioni di fusione aziendale nel settore minerario, voci che sono servite a controbilanciare gli effetti negativi del sensibile rialzo dei prezzi petroliferi e l’indecisione di Wall Street. Le piazze del Vecchio Continente hanno continuato a beneficiare di questo supporto anche nel prosieguo dell’ottava, in particolare quando sul mercato è giunta notizia di una probabile grossa operazione di acquisizione nel comparto delle pubbliche utilità. La tedesca E.On, infatti, ha lanciato a sorpresa un’offerta di acquisto per 29 miliardi di euro nei confronti della spagnola Endesa; si trattadella seconda maggiore offerta di acquisto al mondo e la più grande in assoluto in questo comparto. Benché la proposta di takeover debba passare al vaglio di Bruxelles, gli investitori hanno comunque reagito con evidente entusiasmo. Sul versante statunitense, invece, le borse risentono dell’attuale politica creditizia, poiché si teme che il persistente rafforzamento della crescita economica debba spingere la FED ad operare ulteriori restringimenti per arginare le spinte inflazionistiche, con un conseguente aumento dei tassid'interesse. Dall'altro canto, questa posizione di stretto controllo è stata ribadita dalla minuta dell’ultimo comitato della FED, pubblicata martedì scorso. Conferme di buona salute congiunturale non sono mancate in settimana, a cominciare dal superindice dell’economia USA che in gennaio ha evidenziato il quarto consistente aumento consecutivo. Queste conferme hanno acuito le tensioni sui tassi, attenuatesi temporaneamente dopo la pubblicazione dell’indice dei prezzi al consumo. Pur essendo salito dello 0,7% a gennaio tale indice, ha mostrato una forte stabilità nel cosiddetto “core rate”, ossia l’indice che esclude le componenti più volatili dei prezzi energetici e alimentari. Complessivamente, però, sia negli USA che nell’UE la paura di un progressivo innalzamento dei tassi seguita a tenere gli investitori in posizione difensiva. Venerdì, l’inatteso balzo del dato sulla fiducia tedesco ha ulteriormente alimentato tali paure.

fonte Cornèr Banca SA


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