06-03-2006

La settimana borsistica internazionale al 3 marzo 2006

Cronache dai mercati finanziari

Il Punto

La passata ottava Finanziaria presenta un quadro complessivo nuovamente caratterizzato da parecchi contrasti, sia per quanto concerne i movimenti degli indici azionari che l’andamento dei cambi. Ciò indica, conseguentemente, che ad alimentare tale instabilità perdura quel sentimento di insicurezza che, da diverse settimane, sta spingendo gli investitori ad operare con prudenza, malgrado dall’inizio del 2006 le maggiori borse segnino un progresso. L’unica eccezione in questo panorama è il mercato nipponico che, oltre ad aver accusato un sensibile ripiegamento nel periodo in analisi, evidenzia altresì un saldo negativo dell’indice Nikkei, rispetto alla fine dello scorso anno.
Sul comportamento indeciso pesano, essenzialmente, le sorti dell’Inflazione e dei tassi d’interesse. In settimana, la Banca Centrale Europea ha elevato il costo del denaro come molti analisti avevano previsto, portando il tasso minimo sul rifinanziamento principale dal 2 1/4% al 2 1/2%, il livello più alto degli ultimi tre anni. Un'analoga decisione era stata presa nello scorso mese di dicembre. Tale manovra, la seconda in soli tre mesi, ha pienamente confermato che l’istituto di Francoforte, come d’altro canto anche la FED, ha deciso di tamponare gli effetti del rincaro con interventi difensivi, ma ha altresì avvalorato la tesi che l’attesa di un aumento dell’Inflazione è più concreta di quanto si possa immaginare. Infatti, anche le nuove proiezioni degli economisti BCE, riviste in febbraio, mostrano un incremento della crescita e dell’Inflazione, sia nel 2006 che nel 2007. Nervosa, quindi, la reazione dei mercati, che si attendono un prolungamento inevitabile della stretta monetaria.
A Wall Street, per la verità, sembrava che i timori inflazionistici si fossero alleviati all’inizio delle cinque sedute, grazie al brusco arretramento delle quotazioni petrolifere. Anche l’Europa e i mercati asiatici avevano reagito con immediati rialzi dei corsi. Ma è bastato poco per riportare gli investitori su posizioni difensive. Martedì, i dati macroeconomici USA e, in special modo, l’indice che misura la fiducia dei consumatori, hanno tratteggiato un paesaggio a tinte fosche, facendo arretrare borse e dollaro. Gli investitori temono che un indebolimento della crescita economica possa ripercuotersi sui bilanci aziendali, con un conseguente indebolimento degli utili. A tutto ciò si è aggiunta la notizia che Google, il gigante tra i motori di ricerca di Internet, ha annunciato un calo dell’attività, provocando una caduta del titolo in borsa pari a circa l’8%.

a cura di Cornèr Banca SA


Segnala un amico

Your email address *
Inserisci l'indirizzo email a cui vuoi segnalare *
 


Altri articoli da questa sezione

07-01-2022
Il gruppo farmaceutico britannico fornisce un divdendo del 5% (su cui con il Regno Unito non si pagano ritenute alla fonte, dunque niente doppia imposizione). Probabilmente meno rischioso di una obbligazione. Selezione separata di titoli inglesi al portafoglio mondiale.
27-10-2021
Eccessiva la forza della divisa britannica, alla luce anche della nuova emergenza pandemica apriamo posizione in acquisto euro sterlina
18-10-2021
I tassi sono saliti più che in qualsiasi altro posto e la ripresa è più lenta del previsto
14-07-2021
I dati di inflazione di ieri in America mostrano rialzi diffusi dei prezzi dei fornitori, non a incontrare una maggiore domanda ma a cercare di compensare per le perdite pregresse. Invece hanno corso i titoli del comparto semiconduttori che anticipano di solito la ripresa economica. Ancora valore al titolo del comparto al nostro portafoglio mercato emergenti.
18-06-2021
Nessun effetto sulle borse dalle decisioni della Fed ma finalmente l'euro sembra imboccare una strada discendente. Apriremo posizioni al portafoglio cambi contro altre divise, che hanno ancora più potenziale di apprezzamento. Sull'Italia da privilegiare ora gli esportatori, qualche cambio possibile al portafoglio