E' tutto un far marcia indietro in questi giorni: anche con la Gran Bretagna, dopo le prime dichiarazioni "inflessibili" di Juncker ieri Bruxelles apre a concessioni sul testo "Brexit" che già era stato approvato dal Parlamento Europeo. In Italia, al di là del cattivo gusto del Tesoro di anticipare l'accordo, si legge stamane https://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2018-12-18/manovra-fonti-tesoro-raggiunto-l-accordo-la-commissione-ue-184457.shtml?uuid=AEB7g11G che due sarebbero i pilastri su cui si fonderebbe l'approvazione di Bruxelles: un taglio di spesa di ulteriori tre miliardi ( e questo porterebbe il deficit intorno ll'1,8%) e una riduzione del Pil atteso dall'1,5% all 1%. Se il Pil scende quanto o più della riduzione del deficit i saldi incrementali del debito italiano rimangono, se la matematica conta ancora qualcosa, invariati dunque il rapporto stock di debito/Pil sale. Ma Bruxelles sembrerebbe orientata a una matematica più creativa, che non sancisca la impossibilità, con questi numeri, di un pareggio di bilancio nenanche nel 2021. La flat tax infine, di cui però ultimamente non si parla più, rende impossible la realizzazione di un budget europeo, quello sancito formalmente la scorsa settimana su richiesta di Macron, perché per averlo bsogna avere convergenza fiscale trra gli stati membri. Con questa Legge di Bilancio, seppur modificata, l'italia è condannata a una recessione in stile anni 70: alti tassi di interesse e crescita nulla; anche la previsione all'uno per cento è una chimera, il reddito di cittadinanza non crea crescita e la controriforma Fornero non fa trovare lavoro ai giovani. |