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30-09-2008

Banchieri centrali, i grandi assenti

Da qualche tempo ci asteniamo da effettuare analisi sui titoli perchè fino a quando perdurerà questo vuoto istituzionale non vi è logica che tenga; il mercato vende quello che può vendere e non discrimina tra buono e cattivo.
La Banca Centrale Europea non ha pensato di prendere alcuna posizione ufficiale in questi giorni: se non c'è niente da temere sarebbe meglio dirlo, se ci sono problemi importanti meglio affrontarli. L'unica discutibile Azione intrapresa dall'istituto è una continua iniezione di liquidità a breve che non serve a niente perché le banche che faticano ad approvvigionarsi comunque rimangono fuori dal giro. In assenza di comunicazioni istituzionali (la lettera fatta circolare da Profumo tra il personale e il suo intervento di poco fa sono ottime iniziative ma non bastano, nessuno crede più davvero alle banche) il crollo del titolo Unicredit è possibile che continui, con effetti non positivi sulla fiducia dei risparmiatori.
Come abbiamo spesso scritto, in Europa l'intervento di sostegno è lasciato ai governi locali. Il Belgio, che insieme all'Italia ha il peggior rapporto tra stock di debito pubblico e Pil non potrà effettuare molti altri salvataggi; è inoltre difficile che paesi aderenti all'euro intervengano con denaro pubblico a sostenere istituzioni di altri stati membri.
Le autorità statunitensi non hanno certo fornito un modello di riferimento ideale cui ispirarsi, ma la latitanza delle nostre autorità monetarie è molto preoccupante; nella riunione di giovedì prossimo è auspicabile che mettano mano ai tassi di interesse in modo significativo o qui gli effetti del dissesto delle istituzioni finanziarie sull'economia reale saranno immediati e drammatici.


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