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26-10-2010

Banco Popolare, un segno di quello che deve accadere al sistema bancario

Prima banca italiana, che dopo avere passato lo stress test per le banche europee con successo, vara un aumento di capitale da 2 miliardi, su circa 11 di Mezzi propri attuali e 135 di attivi. L'aumento arriva dopo che Standard Chartered e Deutsche Bank hano chiesto nelle scorse settimane rispettivamente cinque e dieci miliardi di euro al mercato.
L'operazione è di dimensioni notevoli rispetto ai Mezzi propri della banca ed è apparentemente inspiegabile come lo sono quelle delle altre due europee.
Viene giustificata con i limiti di Basilea 3, per i quali peraltro le banche avrebbero lunghi anni per adempiere e contrasta con le smentite di alcune settimane fa da parte della direzione quando Milano Finanza anticipava questa operazione.
Quello che succede è che gli attivi delle banche, per tutta una serie di aritifici contabili consentiti dalla normativa europea, non rispecchiano a bilancio il loro effettivo valore di liquidazione. Titoli in portafoglio al prezzo di costo che valgono oggi meno o crediti forse non esigibili in bilancio al Nominale gonfiano artificialmente il bilancio delle banche. Supponendo che alcune poste dell'attivo valgano meno di quanto esposto a bilancio, se questo fosse riflesso nella loro valorizzazione implicherebbe immediatamente un abbattimento di capitale di pari dimensione. Per fare un esempo, su 135 milioni di attivo del Banco Popolare, una svalutazione del valore di mercato del 5% delle poste che ne compongono l'attivo porterebbe ad un abbattimento dei Mezzi propri di oltre 8 miliardi. Con i livelli di Leva Finanziaria che sopportano questi istituti ci vuol poco a metterne in discussione la sopravvivenza,
Come alcuni analisti più attenti hanno notato, il motivo per cui si rendono necessarie queste operazioni è la qualità del portafoglio crediti e titoli in pancia alle banche, non il previdente adeguamento ai futuri limiti di Basilea 3.
Come un ubriaco che affoga nell'alcol i propri debiti di gioco, il mercato ha bevuto durante tutti questi mesi la tesi che le banche italiane fossero più solide delle loro equivalenti in giro per l'Europa, e ha fatto il pieno di obbligazioni bancarie, tra le ultime da evitare quella emessa in questi giorni dal Monte dei Paschi, che spesso offrono buone cedole, in particolare quelle perpetue.
Proprio su quest'ultimo istituto si sono concentrati ieri i timori per un'analoga operazione, ipotesi che ci sembra plausbile.
Stamattina i risultati di UBS, altro colosso con i piedi di argilla.



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