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28-06-2017

Borse, Ora le Condizioni per un Crash in Occidente ci Sono Tutte

In piena campagna elettorale, la Merkel avvalla i matrimoni gay, richiama dodici milioni di veicoli per controlli sulle emissioni e, molto meno evidentemente, detta a Draghi i testi dei suoi discorsi. A differenza che in Italia, in Germania la gente mette percentuali molto minori dei propri risparmi sui mercati finanziari e se vi è un paese che uscirebbe completamete indenne da un crollo delle borse sarebbe proprio la Germania.

In italia nel momento più buio della politica economica dagli anni settanta, a maggio l'industria del risparmio gestito registra numeri record di raccolta e su prodotti ad alto profilo di Rischio:  se l'aria si fa pesante i risparmiatori correranno a vendere i fondi azionari e a posizionarsi sul monetario, ampliando di molto la caduta dei corsi. Ci meritiamo decisamente la politica e la finanza che questo paese esprime: sempre alla ricerca dell'ultima mosconata.

Negli Stati Uniti, ulteriore rinvio nella discussione sulla controriforma sanitaria, su cui il senato non ha i numeri, per la giusta opposizione anche di una parte dei Repubblicani, chissà se qualcuno animato da vero spirito politico. La Yellen ieri critica apertamente l'altro pilastro della propaganda di Trump, quello di un ritorno a banche di investimento che farebbero il bello e il cattivo tempo, senza alcuna separazione tra attività di investimento e creditizia. E il Fondo Monetario boccia i programmi economici del governo americano.

A una lettura attenta, non è detto che la BCE abbia salvato le banche italiane per fare un favore agli Italiani: dal punto di vista della Germania molto meglio lasciare il Governo italiano proseguire sulla strada del ribaltamento dei costi al contribuente italiano piuttosto che rischiare di utilizzare i meccanismi di stabilità previsti dalla normativa europea; che in caso di commissariamento dell'Italia porterebbero i paesi forti a condividerne gli oneri. E' una versione più sottile di quanto sta succedendo in Grecia dove gli "aiuti" che arrivano dalla Unione Europea vanno quasi completamente ai creditori.

La Bce ha fatto un errore enorme e probabilmente irreparabile ad avvallare i piani del governo italiano, dichiarando che le due banche venete erano troppo piccole per meritare l'applicazione delle normative comunitarie. E a questo punto sta dando una mano alla Germania, forse contro voglia ma inevitabilmente,  a preparare il terreno per una Europa a due velocità: dopo il discorso di Draghi, un intruglio di controsensi, l'euro ha iniziato a correre e per quanto Draghi possa cercare di smentirsi, andiamo veloci verso la marginalizzazione dei paesi deboli: e il governo francese giocherà la parte del Kapò per conto della Germania.

L'effetto PIR sulle piccole capitalizzazioni italiane è scemato e un euro in rafforzamento presenterà seri conti all'industria esportatrice italiana. Checchè ne dica Baretta, per MPS ora la soluzione è quasi impossibile perché si utilizzano i denari del fondo di risoluzione, che sarebbero dovuti andare ad Atlante per sottoscrivere la tranche junior delle obbligazioni della banca senese, presupposto per l'intervento statale, per il salvataggio delle venete. Anche qui probabilmente il ministero dell'economia agirà fuori legge nel cercare di accollare ulteriori oneri ai risparmiatori.

Cina e Corea offrono invece ancora ottime opportunità sui mercati azionari, anche se occorre avere pazienza. Staremmo fuori invece dal Giappone, perchè se andiamo verso una possibile crisi dei mercati lo yen tornerà fortissimo, con conseguenze pesanti sulla borsa.

Ma tutta la politica economica del governo è spinta ad incentivare la raccolta di risparmio gestito in ambito prevalentemente domestico (anche se per esempio nel previdenziale il risparmiatore non se ne rende conto), per finanziare i buchi delle banche, di Atlante, dell'Ilva, di Alitalia. E i risparmiatori italiani collaborano felicemente con il loro carnefice.
Convinti che così risparmieranno le imposte di successione oppure che renderanno i loro risparmi insequestrabili, come irresponsabilmente propagandano larga parte dei consulenti finanziari.
 
 
 
 

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