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02-07-2009

California, lo stato fallisce

Come in una sequenza del migliore Orson Welles, da ieri lo stato della California è insolvente, non avendo ricevuto dall'amministrazione americana, spaventata dal fatto che assecondare tali richieste possa poi portare altri stati a ricorrere alle casse dello stato, i fondi necessari a ripianare i propri debiti
Da oggi Schwarzenegger inizia ad autorizzare l'emissione di cambiali (IOU, nel gergo americano, I Owe You, ovvero ti devo), a "favore" di varie categorie, dai fornitori, alle università ai dipendenti pubblici.
Non tutte le banche accettano in deposito tali cambiali per cui chi le riceve a fronte dei crediti vantati può tra tutti gli altri avere il problema di dove custodire i titoli.
Le banche sono state salvate perché troppo grandi per fallire, ma lo stesso ragionamento non viene applicato ad uno stato che ospita il miglior bacino di innovazione del mondo ed alcune delle migliori università. Difficile sostenere che la California sia meno importante di Citigroup.
Alla base di questi differenti trattamenti sta un meccanismo elettorale viziato. Questa amministrazione è stata eletta, come la precedente, sulla base di una campagna elettorale sostenuta dai principali centri di potere.
Tra le tante cose che andrebbero cambiate subito c'è la partecipazione al finanziamento delle campagne elettorali da parte di portatori di interessi privati. Senza che questo legame sia rescisso, la riforma del sistema finanziario, che già si contorna come difettosa, non potrà che essere di forma.

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