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29-06-2016
Con Italicum di Nuovo alla Camera, lontano da Servizi di Pubblica Utilità
Il referendum di ottobre è presentato come una contesa sul bicameralismo perfetto a cui probabilmente a larga parte dei cittadini non importa molto. I punti chiave non hanno niente a che fare con la costituzione ma so concentrano sullo svuotamento dei poteri delle Regioni e l'attrazione dei servizi di pubblica utilitàà sotto l'orbita dell'interesse nazionale: una specie di nuova IRI. Il primo punto è di merito non di principio: se tante male gestioni si sono viste a regioni e province erano sbagliati gli uomini non il prinicipio del decentramento, che funziona bene in tutte el grandi democrazie. Il secondo punto in caso di vottoria del referendum abrogativo, potrebebe vedere l'attrazione di Enel, Eni, Telecom, Snam, Terna, sotto un governo "pubblico". I primi segni si vedono:Enel e Telecom cercano una quadra sulla banda larga, Enel è troppo indebitata per non cercare di sfruttare il ricco piatto dell'ulltimo milglio, nell'energia la liberalizzazione delle tariffe ha portato a un rialzo invece che a un ribasso dei prezzi, perchè Terna ha aumentato le tariffe. Riportando a gestione centralizzata questi servizi si possono più facilmente effettuare ulteriori prelievi sui cittadini. Poi se per caso l'Italia si avvicinasse alla fatidica soglia del rapporto di stock su debito del 140%, quello a cui iniziarono i salvataggi greci, la Germania si potrebbe comprare più a buon mercato pezzi di queste aziende, come già è successo in Grecia. Ora se l'italicum viene ridiscusso e modificato potrebbe anche non esserci più un referendum nel qual caso i vari disegni di accorpamento scemerebbero. Oggi il mercato è stato sostenuto proprio dalle utility, dove nono vi è valore. A maggior ragione se l'Italicum viene ridiscusso. |