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05-07-2016

Crisi Bancaria, Risparmiatori più Increduli che Inconsapevoli

In questi giorni mi capita di parlare con decine di risparmiatori, prevalentemente investiti in titoli italiani e ascolto dibattiti televisivi dove il cliente che ha sottoscritto l'aumento di capitale di questa e quella banca e ha perso quasi tutto chiede all'esperto di analisi tecnica quale è il potenziale di rimbalzo "da questi livelli". L'analisi tecnica è solo una linea  che a posteriori  unisce due punti, ieri il FTSE MIb ha chiuso a 16000, trovando, secondo "gli esperti" supporto su questa cifra.
Molti si dicono preoccupati e molti sono investiti in titoli delle banche, hanno sottoscritto l'aumento di capitale delle Poste e parecchie emissioni del BTP Italia, che non rendono più niente, anzi bisogna pagare per averli.
Molti stanno in banche traballanti ma avendo fondi sono convinti che il proprio patrimonio sia al riparo da confusioni con quello della banca. Altri hanno buoni postali oppure polizze assicurative che il loro "private banker"  ha venduto come impignorabili e insequestrabili: se poi sono emesse da una primaria compagnia assicurativa italiana si sentono al riparo da qualsiasi Rischio, non proeccupandosi di cosa finisca nella polizza.
Eppure vi sono elementi razionali per capire che in una equa distribuzione di probabilità se il Rischio di una crisi sistemica incontrollabile del sistema bancario italiano ha una sola possibilità di avverarsi, oramai lo dicono anche quellli che sino a ieri sostenevano il contrario, sarebbe logico fare di tutto per schivarla.

Il caso di stamattina è emblematico: la stampa Finanziaria titola sulle misure che il Governo starebbe approntando per mettere in sicurezza la banca senese: certo, sostiene il Sole non che ne abbia bisogno ora, ma non si sa mai. Nessuno si domanda se invece il patrimonio netto contabile non sia falso perchà il risultato della differenza tra un attivo gonfiato (i crediti in sofferenza non svalutati a sufficienza) e il passivo. La sostanza è che servono dieci miliardi solo per la banca senese (poi ci sono Carige, Bper, Unicredit, Popolare nonostante l'aumento, una buona parte delel BCC che hanno emesso le proprie obbligazioni).
Come si finanzia il buco di MPS che il governo si accinge a coprire? L'intervento dello stato nel capitale senza l'approvazione della UE, che non approva, sembra escluso, è evidente che una posizione di confronto da parte del Governo decreterebbe la fine della UE.

Il ricorso alle casse e ai fondi pensione sembra altrettanto difficile: la cassa dei giornalisti e quella degli artigiani sono praticamente fallite, quella dei dottori commercialisti è in condizioni molto peggiori di quanto i commercialisti comprendano, i fondi pensione bancari e negoziali hanno spesso rivalutato il patrimonio immobiliare a prezzi di fantasia per coprire il mancato rendimento della componente Finanziaria.Siccome gli immobili non si riescono a vendere a quei prezzi molti di essi non sono in condizione di coprire le future obbligazioni nei confronti degli iscritti.

Se le banche non possono emettere ulteriori obbligazioni subordinate, lo stato non può intervenire nel capitale delle banche e i fondi pensione e le casse non possono essere utilizzati dove si trovano i soldi?
L'industria del risparmio gestito e delle polizze vale in Italia circa due triliardi, più del Pil italiano e continua a crescere al ritmo di un centinaio di miliardi di euro all'anno: non si può dire che non goda della fiducia degli Italiani.
Quando arrivano queste crisi di capitale, come successe nel 2008 negli Stati Uniti,  arrivano però anche i rimborsi: spesso con la componente monetaria dei prodotti, polizze o fondi non importa, si pongono in essere operazioni di pronti contro termine con titoli oggetto del portafoglio, per evitare di vendere e potere ugualmente far fronte alle richieste di rimborso: se poi i rimborsi continuano perchè la crisi non è risolta il fondo o la polizza potrebbero avere problemi a rimborsare la liquidità ottenuta in cambio del prestito titoli.

Poi vi sono le operazioni di "moral suasion" delle autorità. Se le obbligazioni subordinate delle banche italiane sono a valore facciale ottanta miliardi e probabilmente metà sono carta straccia qualcuno se le deve pure comprare: non sarà passata completamente inosservata la proliferazione dei prodotti assicurativi " a capitale garantito" (un ossimoro, niente è garantito in finanza) o dei fondi che investono in strumenti "high Yield".
Esaurite tutte le cartucce di riserva il Governo non potrà che esercitare pressioni verso le autorità di controllo perchè l'industria di polizze e fondi contribuisca ad assorbire questi ammanchi di capitale.
Molti dei risparmiatori più conservativi che lo hanno inteso si sono spostati su Poste che però oggi è forse più rischiosa delle banche: se invece che attingere all'industria del gestito si fa ricorso a CdP si immobilizza il risparmio postale degli Italiani in cose diffcilmente liquidabili.
I risparmiatori più sofisticati si comprano allora quote di Sicav di prodotti esteri su cui la banca depositaria italiana ha stretto accordi per la distribuzione.
In caso di crisi sistemica i meccanismi di trasmissione sono oramai evidenti e un fondo poniamo che investe in azioni europee non sarebbe certo risparmiato dalla eventuale caduta della borsa italiana. Poichè di Sicav di buona qualità distribuite da banche italiane non ce ne sono mille è probabile che si tratti di veicoli di dimensioni enormi, di diversi milairdi di euro.  Pensare che un fondo o una Sicav  da miliardi di euro possa uscire da una situazione difficiile in due giorni è completa fantasia.
I risparmiatori hanno tutti gli strumenti per mettersi al riparo da una eventuale crisi sistemica, almeno nel corso delle prossime settimane cioè sino alla fine di lugliio quando verranno pubblicati gli stress test sulle banche italiane.
Puo', per altro non  immaginiamo più come, risolversi tutto, ma non utilizzare strumenti di prevenzione è una scelta comprensibile ma non condivisibile. Come dice Joel Greenblatt nel libretto che ha ispirato questo sito, andare a vela con un 4,70 di fianco a una petroliera non necessariamente conduce ad una tragedia ma fa del velista un cretino comunque vada.


 

 

 

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