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Lavoro in Italia
09-02-2016

Economia, non è il 2008 per le borse

Userà mercoledi' tutto il potere di persuasione possibile la Yellen, ma sulla borsa statunitense abbiamo assistito ad una correzione del quindici per cento, niente a che fare con il 2008.
E'in Europa che la situazione deteriora per i fondamentali dell'economia e dove la politica espansiva della Bce non ha neanche in una prima fase dato i frutti sperati. Si e' piu' volte ricordato come nella parte iniziale del QE statunitense la Fed potesse saltare le banche e investire direttamente nella economia reale. In Europa questo non è possibile, per statuto della Bce e per la mancanza si una politica fiscale comune.
E' l'Italia il vero cuore di questo crollo delle borse, dove anni di apparente ripresa, due terzi dei crediti dubbi vengono dall'immobiliare, molto da opere pubbliche nelle grandi città spesso molto belle da vedere ma completamente sovradimensionate, sono testimoniati più da elementi formali che sotanziali. Nonostante tutte le sirene del governo, viviamo in un paese senza più alcuna garanzia per la vecchiaia, con un sistema finanziario che non da un centesimo di capitale di Rischio e il quaranta per cento di disoccupazione giovanile.
Milano è oggi forse uno dei migliori esempi di architettura moderna di Europa, ma la gente è molto più povera di dieci anni fa. 
Come diceva Del Vecchio ieri occorrerebbe una radicale trasformazione del sistema finanziario per ricostruire una economia sostenibile, con banchieri imprenditori che finanzino progetti diversificati in più settori, capaci di dare soldi senza garanzie reali.
Non e' finanziando migliaia di piccoli progetti che le banche hanno accumulato sofferenze. l'ottanta per cento dei prestiti è stato erogato a circa l'uno per cento dei clienti.
 
 
 
 

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