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25-05-2009

Euro, le conseguenze di una banca centrale dannosa

Sul piano fondamentale, l'euro dovrebbe indebolirsi contro tutte le principali divise; lo stock di debito pubblico aggregato non è migliore di quello degli Stati Uniti o della Gran Bretagna, anche considerando che la spesa corrente di quei due paesi sarà molto più alta, per alcuni anni a venire, di quella europea. Il sistema bancario è in peggiori condizioni di quello giapponese.
Eppure la moneta unica sta avendo una fiammata, soprattutto dovuta alla scarsa trasparenza della banca centrale, per cui la percezione condivisa da molti è quella di un'area a relativa stabilità.
Si sente di nuovo parlare di euro a 1,7 contro dollaro e a 170 contro yen, dimenticando che negli anni scorsi l'apprezzamento comunque perverso dell'euro si basava su un differenziale di tassi ampiamente positivo.
Questa situazione non è nell'interesse di nessuno, tranne che dei banchieri centrali che difendono così le proprie scelte erronee; pure la Cina e di conseguenza il Giappone che produce larga parte dei sui semilavorati a alto contenuto tecnologico, hanno in Europa oramai il loro partner commerciale più importante.
Però queste tendenze speculative hanno purtroppo dimostrato una forza intrinseca in questi ultimi anni grazie alla quale le successive correzioni si manifestano con forza distruttiva; quando l'euro correggerà sarà con ogni probabilità a livelli da far temere per la sua credibilità.
Ma non appena i mercati finanziari rialzano la testa, la speculazione mostra tutta la sua mancanza di memoria.
C'è quasi da sperare in una forte correzione a breve delle borse, perché questo livello di euro crea problemi oramai insostenibili per larga parte degli stati membri.

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