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21-07-2011

Europa, il costo è ancora sulle spalle del contribuente

I contorni sembrano definiti, ma se i mercati, come ci aspettavamo nell'articolo di inzio settimana su Ansaldo, festeggiano, quello che capiamo di questo accordo, forse volutamente confuso, ci sembra decisamente peggiorare le cose.
Nessuna tassa sulle banche, chissa mai perchè, costo del finanziamento greco al 3,5%, con probabile emissione di debito da parte del fondo salva stati (che non potrà mantenere a lungo il Rating di triplo A, quindi finanzierà la Grecia ad un tasso molto vicino al suo costo del denaro), possibile scambio di debito greco a breve con debito a lungo. Ci stupiremmo se le agenzie di Rating  non classificassero la manovra come Default (a quel punto non sapremmo cosa le banche si possano inventare per non contabilizzare una perdita), scenario che gli stress test di qualche giorno fa non prevedevano.
L'Irlanda chiederà con ogni probabilità lei stessa un abbassamento del tasso di finanziamento, poi seguirà il Portogallo. I tassi italiani, se come immaginiamo l'Italia dovrà garantire una quota rilevante delle emissioni del fondo sono destinati a rimanere alti in questo contesto, precipitando il paese in recessione.
La reazione del mercato oggi è positiva ma questa è l'ultima possibile mossa di facciata. Dopo bisogna fare le cose serie, solo che saranno ancora più serie di adesso.
 
 
 

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