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10-06-2012

Europa, Italia-Germania il confronto decisivo

La Germania mette al sicuro, se così si può dire un'altra importante casella del mosaico che la sta portando a comporre un progetto di gestione centralizzata delle risorse finanziarie in area euro. La Spagna consegna così in mani UE il proprio sistema bancario, i creditori spagnoli avranno diritti al rimborso dalle banche interessate di minor segnoraggio rispetto alla Uniione Europea.

Come molti osservatori esteri hanno notato Bruxelles voleva arrivare alle elezioni greche con un segno evidente che possa influenzare l'esito del voto della prossima settimana ma soprattutto le azioni della coalizione che  ne potrebbe uscire, che probabilmente cercherà di rinegoziare i termini di quel salvataggio.

Per la UE il salvataggio spagnolo e' davvero un buon affare perchè la Spagna non aveva i soldi ma ha un debito pubblico che ne garantisce la solvibilità, ancora sotto il rapporto di uno a uno con il Pil, secondo stime degli organismi sovranazionali al novantacinque per cento nel 2015.

Molto diverso è il caso dell'Italia che in caso di crisi di liquidità rischierebbe invece l'insolvenza. Le previsioni contentute nel Documento Programmatico sono totalmente false per ragioni, basate su un confrono tra diversi numeri, che abbiamo riportato in più di un articolo e che indicano un rapporto tra deficit accumulati (stock di debito) e Pil dell'ordine del 125% per la fine di quest'anno, in peggioramento nei successivi.
Allora riteniamo che la grande rigidità della Germania sia in larga parte da attribuire agli scarsi successi ottenuti dal governo Monti sul piano del contenimento della spesa pubblica e delle liberalizzazioni.

Monti crediamo si stia accorgendo che tra tutti i poteri forti di cui sta perdendo l'appoggio quello che veramente conta è il supporto della Germania, che tanta parte ha avuto nel suo insediamento. Le nomine di imperio alla Rai sembrano ora mostrare una maggiore volontà combattiva.

Il governo non ha alternative, o si smarca dalla politica e cerca un compromesso possibile con la Germania riallocando risorse dalla spesa pubblica allo sviluppo  e alll'industria privata, o l'Italia sara' la prossima nella lista dei "salvati". A quel punto le decisioni verso l'unificazione fiscale ed un sistema bancario controllato a livello centrale le prenderà solo la Germania, che secondo noi ad un'Europa a due velocità non ha veramente mai pensato.

D'altra parte Monti ha le competenze per far capire ai tedeschi che senza un'accettazione esplicita di uno statuto della BCE che ricomprenda tra i suoi obiettivi il sostegno alla crescita e dunque  un tasso di Inflazione molto più elevato dell'attuale, la Germania, dopo avere ottenuto il sostanziale controllo delle economie in difficoltà, sarà poi lei stessa coinvolta in una crisi del debito, probabilmente attraverso il suo sistema creditizio.

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