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11-08-2010

Fed, fine delle fantasie

Dopo qualche settimana di euforia, dove, complici le dichiarazioni di Trichet che a fine mandato cerca di non compromettersi la futura carriera, sembrava che i problemi europei fossero alle spalle (la borsa greca e' salita di piu' del 20% in un mese) arrivano le piu' sobrie annotazioni di Bernanke, secondo cui l'economia statunitense sta di nuovo rallentando. La Fed tiene quindi in piedi il programma di acquisto di titoli di stato (2 miliardi di dollari) per continuare a stimolare l'economia.
Nel dibattito spesso un po' sterile tra economisti fautori di un continuo stimolo alle economie (Krugman, ospitato sempre piu' frequentemente dalla stampa italiana) e quelli di scuola "austriaca", che con i classici sostengono che gli stimoli hanno solo effetto temporaneo, sembra che in molti manchino il punto a nostro avviso principale: che cosa si fa di tutto questo denaro che inonda l'economia. Se, come e' stato il caso degli ultimi due anni, l'ingente massa di liquidita' messa a disposizione di banche ai due lati dell'Atlantico non finisce ad alimentare il credito, si creano solo le basi per una ennesima bolla speculativa.
Le banche centrali possono solo fornire il denaro ma spetta poi ai governi indirizzarlo nelle giuste direzioni: incentivi a settori decotti come l'automobilistico e l'immobiliare mancano completamente il punto: senza creare nuovi posti di lavoro si tratta di denaro mal speso.
L'occidente deve lavorare di piu' e creare forza lavoro piu' qualificata: il resto e' solo retorica.

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