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06-04-2017

Fed, Verso una Riduzione "Passiva" del Bilancio

La dimensione del bilancio di una banca centrale non sembra più preoccupare nessuno o almeno così sembrava sino a ieri sera quando la Fed ha lasciato intendere che nel corso dell'anno inizierà con ogni probabilità una politica di riduzione passiva, ovvero non rinnoverà più tutti o parte dei titoli in scadenza.
Il punto è importante perchè significa che la banca centrale americana percepisce ora come un Rischio concreto il mantenimento di dimensioni di bilancio così significative.

Il bilancio di una banca centrale è fatto all'attivo di titoli domestici ed esteri, al passivo di liquidità in circolazione e riserve delle banche. Supponendo che il capitale della banca centrale rimanga costante, se diminuiscono i titoli in portafoglio, nel caso della banca centrale quelli domestici perchè la Fed non ha molti incentivi a comprare titoli esteri essendo il dollaro la valuta di scambio internazionale, dovrà diminuire o la liquidità in circolazione oppure le reserve del sistema bancario presso la banca centrale. Siccome la domanda di dollari è aumentata molto con la globalizzazione, più che la liquidità in circolazione è probabile che diminuiscano le riserve delle banche: se questo succede, aumenta la disponibilità di credito ma diminuisce la propensione delle banche ad investire queste riserve in attività finanziarie.

Allaa Fed, i cui esponenti sono decisamente meno infantili delle loro controparti europee e giapponesi, si rendono conto che la quantità di titoli che detengono rappresentano un freno ad una crescita più equilibrata dell'economia, basata non sulle rendite finanziarie ma sulla circolazione del credito.

Si rendono inoltre conto che se non iniziano a contrarre il bilancio, le banche centrali di altri paesi - gli Svizzeri e i Giapponesi detengono titoli in portafoglio, in prevalenza americani, per un controvalore superiore al Pil-, potrebbero essere costretti a vendere velocemente questi titoli se di colpo le divise di quei paesi si dovessero apprezzare molto. In altre parole le banche centrali di quei paesi non hanno l'Opzione di ridurre gradualmente il proprio bilancio perchè detengono larghe quantità di titoli esteri, anche azionari (oltre cento miliardi di azioni americane per la banca svizzera).

A quel punto diminuirebbe drasticamente il valore dei titoli in portafoglio a queste banche centrali e il sistema si trovrebbe in crisi di liquidità (se diminuiscono gli attivi devono diminuire anche i passivi), come successe nella crisi asiatica degli anni novanta; a meno che i titoli non vengano venduti, causando una pesante caduta delle borse.

Il Rischio è estremamente concreto In Svizzera e Giappone, perchè larga parte dei titoli in portafolgio sono americani.

Come sempre la Fed anticipa enormemente la comunicazione per abituare i mercati finanziari in modo graduale. Ma potrebbe non avere tutto questo tempo a disposizione, se appunto si dovesse assistere a rivalutazioni violente dello yen o del franco svizzero.  
 
    

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