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13-11-2012

Grecia, Fmi e Ue in Totale Disaccordo

Lagarde e Juncker in aperto contrasto sui tempi di rientro al 120% nel rapporto stock di debito/Pil per la Greciia; il FMI vorrebbe rispettati al 2020 gli obiettivi originari, dove la UE invece chiede che vengano estesi al 2022. La discussione e' altamente teorica perche' la Grecia, se non viene lasciata fallire, non rispettera' neanche la data del 2022. Vi sono comunque una quindicina di miliardi di maggior costo nella ipotesi di Juncker rispetto al piano originario, che oltre che sul bilancio della UE pesano anche su quello del Fondo. Il venti di novembre si cerchera' di nuovo una soluzione di compromesso, ma il problema e' piu' grave di cosi': i trentuno miliardi che verrebbero erogati a novembre vanno a coprire i maggiori buchi del 2012 (lo stesso Fmi si e' sbagliato di circa quindici punti percentuali nella previsione che avevano fatto i suoi esponenti nel 2010: ora dovrebbe sopportarne le conseguenze). Quale che sia il comunicato di facciata che verra' diffuso il venti siamo al punto dove i problemi di solvenza e quelli di liquidita' coincidono: per fine anno la Grecia avra' bisogno di nuovi soldi. Per anni governanti e funzionari dell'Unione Europea, in Grecia come in Italia o in qualsiasi altro paese a Rischio, hanno preso in giro i cittadini producendo proiezioni irrealistiche, nella speranza che poi un  miracolo aggiustasse le cose. Non e' stato cosi', neanche dopo il voltafaccia di Lagarde, che prima di assumere il remuneratissimo incarico al Fondo Monetario la pensava esattamente come Juncker, nel precedente incarico per il governo francese.

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