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27-04-2011

Grecia, la ristrutturazione è già nei prezzi

Prezzi dei titoli di stato greci che dai tre anni di scadenza in su si posizionano tra un massimo di 54 ed un minimo di 49, ad indicare che una ristrutturazione del 50% del debito, quella più accreditata, è già nei prezzi dei titoli detenuti dai risparmiatori.
L'insistenza della BCE, che ora gioca a scaricare la colpa di una eventuale ristrutturazione sui governi ("sarebbe peggio di Lehman"), è dovuta al fatto che ora i titoli greci, per una normativa contabile che se applicasse un imprenditore farebbe pensare al falso in bilancio, sono nei bilanci delle banche al costo, cioè a 100, per la parte che sarà detenuta sino a scadenza. Con la ristrutturazione le banche sono costrette a contabilizzarli al loro valore attuale, circa la metà.
Ora i tedeschi, dove è significativo che il presidente di Bundesbank abbia lasciato il campo per la successione a Trichet alla BCE (la candidatura di Draghi segna a nostro parere una diminuita importanza per l'istituto, un contentino dato dai francesi per Parmalat che in più ne ricevono contrappeso allo strapotere tedesco) hanno deciso che costa meno sopportare il costo della ristrutturazione, forse intorno a 30 miliardi, che continuare a buttare soldi in un pozzo senza fine: i dati diffusi ieri sul debito greco mostrano che la situazione è fuori controllo: stock al 142% e deficit corrente al 10%, con un costo del debito (quello del fondo di stabilità che però è dipendente dal rispetto di certi coefficienti che sono ora stati ampiamente disattesi) al 5%, significa arrivare nel 2011 intorno al 160% di rapporto debito pubblico/Pil.
Solo che se si ristruttura prima del giro delle poltrone la BCE perde ogni credibilità: per l'interesse di un manipolo di banchieri e di politici si lascia così che il timore di ristrutturazione si estenda oramai anche al Portogallo (dove i tassi a breve hanno iniziato ad essere più alti di quelli a lunga, segno che i risparmiatori pensano di svegliarsi una mattina con la notizia del Consolidamento) e quello che è peggio che il costo del debito della Spagna inizia a salire a livelli di guardia.
Qui il caso è molto diverso da Lehman, perchè uno stato può ristrutturare senza fallire e perchè la con un'iniezione di capitale forse la banca si sarebbe potuta salvare, liberandola dei titoli tossici, mentre qui è la gestione corrente, la differenza tra crescita del Pil e costo del debito, che continua ad essere negativa, se prima non si interviene con un Consolidamento.



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