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21-04-2011

Grecia, necessario procedere in tempi brevi alla ristrutturazione

In questa nuova ondata di euforia degli ultimi due giorni nessuno spende un cenno sul fatto che da venerdi' scorso i rendimenti sul biennale greco sono saliti di cinque punti percentuali, mentre sono anche ai massimi in Portogallo ed Irlanda. La situazione e' evidentemente aggravata dalla mancanza di coordinazione sui tassi tra Bce e Fed. Lontano dal combattere l'inflazione, che e' invece generata dalla continua liquidita', quella a costo zero, che la Bce eroga alle banche, il differenziale dei tassi a breve ha creato una situazione speculativa per cui la forza dell'euro spinge in maniera piu' che proporzionale sul prezzo delle materie prime (la correlazione tra cambio euro/dollaro e prezzo del petrolio e' fortissima).
Di petrolio ce n'e' quanto se ne vuole, al punto che l'Opec ha tagliato la produzione nel fine settimana scorso, ma la BCE sembra piu' interessata a fare un favore alle sue protette (l'altro giorno Ghizzoni di Unicredit diceva che l'aumento dei tassi "vale" per l'istituto tre cento milioni di euro all'anno, evidentemente prelevati dalle tasche dei risparmiatori) che ai problemi dei cittadini di quei paesi sotto attacco, che stanno vivendo una situazione di sacrifici insopportabili.
Prima o poi si dovra' procedere alla ristrutturazione del debito greco; piu' tardi avviene, peggiori i sacrifici per tutti i paesi con gravi problemi di debito. Ma i banchieri centrali oggi pensano piu' alle loro future nomine che al bene comune.



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