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07-09-2012

Le Possibili Conseguenze sui Mercati delle Mosse di Draghi

Senz'altro sorprendente almeno per noi la sicurezza con cui Draghi ha scaricato Wiedmann, avendo ricevuto un appoggio, almeno formale, dalla Merkel, due giorni fa diceva di sostenere sia Draghi che il presidente di Bundesbank, dove non vedeva contraddizione tra le due apparentemente irriconciliabili posizioni.

Draghi ha piu' volte evidenziato, nel corso della conferenza stampa di ieri, gli effetti della condizionalita' del piano (si veda l'articolo di ieri), ma quello che il mercato non ha capito, ma noi non abbiamo capito che sarebbe stato cosi', e' che prima che la Bce apra il portafoglio bisogna che Spagna e Italia chiedano aiuti.
La posizione assomiglia molto a quella presa dall'allora segretario del tesoro americano Paulson (la Bce sconfina con questa posizione nell'ambito della politica fiscale), secondo cui "se si ha a disposizione un enorme bazooka, non e' detto che si debba usarlo". In altre parole la Bce, promettendo interventi illimitati, spera di non doverli mai mettere in atto.

Ed e' proprio qui che sta  il limite del piano: l'intervento verbale funziona per abbassare i tassi in Spagna e Italia, quindi entrambe i paesi, dichiarazioni di Rajoy e Monti ieri, decidono di non accedere alle linee di salvataggio della Ue che sicuramente tra le condizioni porrebbero misure per la crescita, che soprattutto in Italia vorrebbero dire pesanti interventi sulla spesa pubblica.
Se i due paesi non fanno ricorso agli aiuti rimangono in recessione e il problema si sposta in avanti di qualche mese, solo con conseguenze peggiori.

Il lato debole del programma della BCE non e' tanto nel tipo di interventi promessi quanto nella non contemporaneita' con misure di Consolidamento fiscale.
Riteniamo infatti che l'opposizione della Bundesbank, vedremo il dodici se il parere della banca centrale tedesca sara' trascurato dall'alta corte quando dovra' giudicare sulla legittimita' del meccanismo di stabilita'  alle cui garanzie la Bce attingerebbe in caso di acquisti "illimitati" di titoli, non sia tanto sul principio, quanto sul fatto che annuciare ora queste potenziali misure equivale a bloccare il processo di riforme.

Ed e' questo il secondo punto che il mercato non vede. Poiche' gli acquisti della Bce sarebbero condizionali ad una forma di garanzia del meccanismo di stabilita', che e' gia' completamente assorbito  dai precedenti salvataggi, bisogna che il fondo, oltre ad essere approvato, venga ampliato. Per essere ampliato ha bisogno di ulteriori garanzie da parte degli stati creditori, Germania, Olanda e Finlandia.

Con quello che abbiamo letto ieri sulla stampa tedesca - non c'e una sole fonte che abbia gradito l'intervento di Draghi - riteniamo difficile che la Germania richiami un'altra volta il Bundesrat, il parlamento tedesco, per convincerlo ad ampliare il fondo con risorse che sarebbero poi messe a disposizione della Bce per salvare Italia e Spagna.
E qui crediamo che la Merkel sia stata molto piu' sottile di quanto i mercati abbiano capito: l'appoggio a Draghi c'e' ma per qualcosa che non puo' essere realizzato.

  In sintesi, se gli Spread continuano a migliorare non arrivano misure per la crescita e la posizione di Spagna e Italia peggiora. Se gli Spread ritornano a salire, almeno la Spagna fa ricorso agli aiuti ma allora e' la Germania che decide se concederli, non la Bce.

Siamo senz'altro usciti troppo presto dalle borse ritenendo che gli effetti di questo tanto anticipato intervento di Draghi fossero gia' scontati (contrariamente all'etichetta della banca centrale tutto era gia' trapelato in anticipo, noi non siamo riusciti a convincerci che questo fosse possibile) e auspicabilmente non confermati in conferenza stampa.
Ora  e' possibile che l'onda lunga di questo entusiasmo continui per un po' anche se non va dimenticato che le borse avevano gia' corso molto prima. Ma crediamo si tratti di un ennesimo tentativo di portare in avanti il problema, che e' quello di incidere sul funzionamento della macchina pubblica.
Continuiamo quindi, SBAGLIANDO da un paio di settimane, ad essere venditori di euro, in particolare contro yen e compratori di volatilita' sui mercati azionari, i cui livelli scontano ora rischi inferiori a quelli dell'obbligazionario. 
 

 

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