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25-04-2013

Letta, l'Austerità e i Giapponesi

Dal 2008 ad oggi lo stock di debito del paese in percantuale al Pil è aumentato di circa trenta punti percentuali per una combinazione di minore crescita del Pil e maggior costo del debito. Il giovane Letta, ma vecchio Richelieu della politica tradizionale, promette meno misiure di austerità ma questo evidentemente contrasta con la situazione del debito. Per alleviare la pressione sui cittadini ci sono solo due strade possibili, preferibilmente combinate: la riduzione, pesante dell'impiego pubblico (non bastano più quaranta miliardi  se davvero si vogliono rimborsare i crediti alle imprese) e tassi di deposito negativi per le banche presso la Bce con obblighi forzosi di impiego sul sistema produttivo: quest'ultimo punto confligge con gli obblighi di requisiti patrimoniali imposti da Basilea 3 ma tutte le banche che non vogliono rispettarli già da ora comunque non lo fanno. Poi servirebbe davvero, come dice Saccomanni avere uno Spread a cento punti; quello però non succede, oltre che per l'aassenza di una "spending review" da almeno un centinaio di mliardi, sino a che le partecipazioni strategiche, si veda l'ultimo caso della rete Telecom, vengono passate alla Cassa Depositi e prestiti: i Giapponesi non compreranno altrimenti debito italiano e i dati diffusi stamane in quel paese mostrano che nelle ultime sei settimane i Giapponesi sono venditori netti di titoli di stato stranieri.
Nel frattempo anche la stampa internazionale, compresa quella tradizionalmente più equilibrata, si dà da fare per oramai casssare il fenomeno Grillo come una bolla: il silenzio composto dell'ex comico ci fa invece pensare che l'ooposizione sarà piuttosto determinata e che su diversi provvedimenti dove sarà richiesta la fiducia diversi franchi tiratori, ad esempio la corrente di Vendola, votino compatti con il movimento.
La nostra sensazione è che l'euforia potrebbe durare sino alla formazione del governo e magari esssre alimentata, a livello europeo da un possibile taglio dei tassi da parte della Bce. Poi dal mercato italiano e dal debito pubblico crediamo ci sarà veramente da stare lontani. il Rischio di una nuova patrimoniale, con qualsiasi nome venga chiamata, aumenta di giorno in giorno.

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