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23-09-2007

Mercati, mesi pesantissimi davanti

In molti pensano che con la decisione di ribassare i tassi in America quello che viene identificato come il fattore scatenante, e che tutti si affrettano ad enfatizzare, tenderà a rientrare. Dopo tutto il mercato dei suprime rappresenta una fetta solo marginale del mercato dell'immobiliare il quale a sua volta ha negli Stati Uniti un peso meno rilevante del mercato azionario.
La verità è che questo problema è solo lo specchietto per le allodole e che il vero imbroglio risiede nel livelli di Leva dell'industria dei private e degli equity funds. Durante la correzione di agosto, i titoli che sono scesi di più sono quelli che grazie ai loro fondamentali erano saliti nella prima parte dell'anno: segno che gli operatori indebitati vendono prima le posizioni che possono vendere senza realizzare delle perdite. Alla prossima correzione, inevitabile perchè il livello di Inflazione percepito, che sta portando a fenomeni di accaparramento non può che portare ad un dollaro fuori controllo oppure ad una inversione di rotta da parte della Fed, i fondi speculativi si troveranno a dovere vendere le partite incagliate: allora questi fondi sospenderanno i rimborsi e il mercato inzierà a cadere a picco. Alcuni settori, tipo l'energetico e l'alimentare, si salveranno (si veda la performance di British Energy nell'ultimo mese), ma ci avviamo verso una fase difficilissima di mercato. L'inconsapevole euforia che è seguita alla decisione della Fed non farà che aggravare il problema. Purtroppo la lobby delle banche d'affari è molto forte (Paulson, il segretario del tesoro americano, è l'ex numero uno di Goldman Sachs) e la verità è che le Banche Centrali recitano professioni di indipendenza dove invece sono semplicemente cambiati i padroni.

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