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17-11-2017

MPS, i Detentori dell'Obbligazione Fresh Denunciano la Banca

Evidentemente chi scrive sulla stampa Finanziaria, certo non senza qualche "suggerimento", pensa che come sempre in Italia basti nascondere per un po' la verità perchè poi le cose si aggiustino: abbiamo invece la sensazione che siamo davvero ad un mutato atteggiamento da parte degli investitori, almeno di quelli che possono difendersi.

I detentori del Bond Fresh in MPS hanno denunciato MPS https://www.ft.com/content/2cdd321e-cadd-11e7-aa33-c63fdc9b8c6c (neanche una parola al momento dalla stampa italiana) perchè l'annullamento delle obbligazioni parte del piano di ricapitalizzazione non avrebbe base legale: e secondo noi sono consigliati da un buon avvocato (un ragazzo giovane) perché o è vero che la banca è risanata, nel qual caso non avrebbe senso cancellare l'emissione o si tratta di un "bail in" selettivo che colpisce solo alcune categorie di investitori. Sporgeranno poi denuncia contro la Commissione Europea: tutti segnali che la decisione sui nuovi principi di contabilizzazione delle sofferenze bancarie sarà con ogni probabilità presa a gennaio.

Malacalza ha più di un'informzione sulla vicenda Telecom ai tempi di Tronchetti e certo potrebbe essere obblgato a buttare, se li ha (la Malacalza Investmenti non ha svalutato la prtecipazione in Carige, che oggi vale quasi duecentocinquanta milioni in meno, la svalutazione potrebbe far emergere qualche insospettato buco nella cassaforte di famiglia https://it.businessinsider.com/quanto-ha-guadagnato-e-perso-la-famiglia-malacalza-tra-lacciaio-pirelli-e-banca-carige/?refresh_ce) altri centoquaranta milioni dalla finestra: ma che, come il Sole 24 Ore titola, "voglia" farlo è davvero un insulto all'intelligenza di chi legge.

La lettura più logica è che Malacalza non voglia svalutare la partecipazione attuale, cosa che probabilmente gli creerebbe più di un problema di garanzie e che la disponibilità a salire http://www.ansa.it/liguria/notizie/2017/11/16/carige-malacalza-vuol-salire-al-28_d3dfcdb1-2ae8-44fd-9a57-315fac8efca2.html (peraltro espressa il venitisei ottobre ovvero prima delle vicende di ieri) sia condizionata all'impegno a fermo delle banche per il restante. Ovvero, come nel caso del Sole l'inoptato se lo dovrebbe accollare il consorzio: ma sono centinaia di mlioni e le banche è difficile che accettino.

Ieri le azioni  della testata Finanziaria sono "miracolosamente" rimbalzate in fine seduta sopra il prezzo dell'aumento di capitale, chissà mai che qualche investitore poco accorto sia interessato a ritirare l'inoptato e liberare le banche del consorzio dal diventare, insieme a Confindustria, i proprietari della testata. Stamane il Sole informa che circa il dieci per cento è inoptato, avendo Confindustria sottoscritto il sessanta per cento dell'aumento. Sono cinque mililioni di euro quindi non tanti per una eventuale parteicpazione delle banche al consorzio, ma la testata non vediamo come possa non continuare ad accumlare perdite di decine di milioni all'anno con questo tipo di gestione.
 

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