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18-04-2011

Non facciamoci confondere le idee

LE NOTIZIE DEL LUNEDI 18 APRILE

1. Molto poco, delle turbolenze di ieri, è spiegato dalla revisione negativa dell’outlook da parte di S&P: si può chiaramente vedere dal fatto che dollaro e Treasuries alla fine della giornata si rafforzano. E lo dimostra anche il fatto che quando arriva la revisione al ribasso di S&P (alle 15 europee) gli indici di Borsa sono già tutti ampiamente negativi, compresi i Futures USA (-10 punti lo S&P 500).

2. Lo abbiamo scritto sabato, nel Bollettino settimanale: la volatilità dei mercati si spiega col fatto che i conti non tornano. La mossa di Standard and Poor’s non aggiunge né toglie nulla a un problema che chi ci segue aveva già bene presente davanti agli occhi.

3. Una curiosità, però, vale la pena di essere sottolineata: il fatto è senza precedenti. Mai nella storia gli USA avevano avuto un outlook negativo, prima di ieri.

4. Che cosa è davvero significativo, nella giornata di ieri? Il fatto che Standard and Poor’s abbia scelto proprio ieri per annunciare il ribasso. I numeri del deficit e della finanza pubblica USA oggi sono esattamente gli stessi che si potevano vedere il primo gennaio. Che non si potesse andare avanti così, lo sapevano già tutti da tempo. E allora bisogna chiedersi: perché oggi si alzano i toni? Siamo già in campagna presidenziale? O forse il problema è che QE2 sta per finire? Dentro la Fed è in corso un dibattito violento, e pubblico: da un lato chi dice che l’economia rallenta, dall’altro chi dice che l’Inflazione scappa via (ieri Lockart e Fisher). Alla fine, forse, avranno ragione entrambi. Resta una situazione di scontro aperto all’interno della Fed, una situazione che ha pochissimi precedenti. Più in generale, negli USA si registra un clima pesantissimo: un clima di guerra, più che di confronto.

5. E’ lo stesso clima di guerra aperta che si respira in Europa, dove si legge tutto e il contrario di tutto. Ieri, ad esempio: la BCE ribadisce che il Rischio è l’Inflazione (Nowotni e Claas), la Germania afferma che la Grecia è fallita di nuovo e dovrà ristrutturare, la Grecia invece dice che tutto va bene e non c’è bisogno di ristrutturare, mentre il mercato richiede ai titoli Grecia a due anni un rendimento del 20%. Sotto questo caos un disegno c’è, ormai è evidente. Resta da capire quale è l’obiettivo ultimo dello scontro.

6. Gli utili trimestrali sono finiti sullo sfondo: ieri lunedì, abbiamo visto Texas Instruments, Ely Lilly e Citigroup negli USA, Philips in Europa. Gli esiti: molto male Philips, bene Ely Lilly (il settore farmaceutico forse è da comperare: eccezionale il numero di scadenze di licenze nel 2011, poi si girerà pagina), neutrale il dato Citigroup.

7. Oggi Intel (il titolo-chiave per il settore pc, nel primo trimestre le vendite globali di pc sono scese, e la crescita degli utili Intel è attesa sotto il 10%) e Goldman Sachs (molti si attendono un visibile calo degli utili) possono salavare il mercato oppure affossarlo del tutto.

8. Non va assolutamente dimenticato che in Cina l’Inflazione ha toccato il 5,4%, molto al di sopra degli obiettivi pubblici del governo e di fatto fuori controllo: i tassi reali oggi in Cina sono negativi. La sola cosa che rileva, per l’investitore, è che la crescita rallenterà, nel prossimi 12 mesi, in modo violento. Attenzione, perché la Borsa cinese che è la sola che oggi a noi pare fuori dalla bolla, nel corso del 2011 diventerà una interessante opportunità.

Implicazioni operative a breve termine alle 21.54 del lunedì 18 aprile 2011 attenzione queste indicazioni possono necessitare di rettifiche intra-day, fornite ai sottoscrittori del nostro Servizio di Consulenza.

  • Bund: chi ha comprato in area 120, farebbe bene a chiudere in utile e aprire nuove posizioni lunghe sui prossimi ribassi.
  • Abbiamo più volte segnalato la sterlina come oppotunità di diversificazione, in particolare per il portafoglio obbligazionario, ed in particolare ai Clienti in consulenza. Ci fa quindi piacere segnalare che ieri il differenziale (Spread) tra i Gilts inglesi ed i Bund tedeschi è sceso ai minimi degli ultimi 18 mesi (21 punti base). Ora il decennale rende 3,564%. A questi livelli, continua a costituire una interessante opportunità. Il nostro obiettivo per il cambio tra sterlina e dollaro resta 1,7500.
  • Per un maggiore dettaglio, le nostre osservazioni ed indicazioni operative di breve e lungo termine sono disponibili attraverso il nostro servizio di consulenza.

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