Cerca:
File Icon Versione per stampa
Segnala un amico




Lavoro nel mondo
Lavoro in Italia
26-04-2009

Perchè la correzione che attendiamo è inevitabile

NUMERI SPARSI

Alberto D’Alessandro - 21.04.09


FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE (Aprile 09) – Stima delle perdite su crediti 2007 -2010

La prima serie di dati riassume le stime, per il periodo 2007 – 2010, del FMI relative alle perdite su prestiti originati nelle principali economie mondiali (US, Europa e Giappone).

Rispetto al rapporto FMI dell’ottobre 08, tale stima passa da 1’400 miliardi di dollari a oltre 4’000 miliardi di dollari (!). Tale variazione è dovuta all’inclusione (per la prima volta), delle stime relative alle perdite su prestiti originati al di fuori degli Stati Uniti ed al raddoppio delle perdite stimate su quelli originati negli Stati Uniti.

FMI (Aprile 09) – Ripartizione delle perdite stimate tra istituzioni bancarie e non

La seconda serie di dati riassume le stime, per il periodo 2007 – 2010, dell’ FMI relative alle perdite su prestiti originati nelle principali economie mondiali (US, Europa e Giappone), ripartite tra le banche, le assicurazioni e altri soggetti finanziari.

Il raffronto con il rapporto FMI dell’ottobre 08 non è significativo, in quanto, come precedentemente indicato, in detto rapporto la stima delle perdite per il sistema è limitata alle sole perdite su prestiti originati negli Stati Uniti.

Ricordo inoltre che, non riportate nelle tabelle (disponibili per i lettori interessati), il FMI stima, per le sole banche delle economie mature, USD 340 miliardi di perdite su prestiti (diretti e rappresentati da titoli), concessi alle economie emergenti.

A fine 2008, le banche delle principali economie mondiali hanno riconosciuto perdite per circa 900 miliardi di USD, e ricevuto “infusioni” di capitale per circa 850 miliardi (di cui approssimativamente la metà da parte di enti governativi). La Capitalizzazione borsistica del settore è passata da 3'600 miliardi di USD a circa 1'600 miliardi.

A questo punto il FMI si pone l’obiettivo di valutare la solvibilità del sistema bancario alla luce delle potenziali perdite future.

Per far questo occorre ricordare che cio’ che conta per la solvibilità, non è la Capitalizzazione di borsa ma il capitale dell’isituzione Finanziaria in analisi.

Ad oggi il dato comunicato dalle banche è sempre stato il rapporto tra il cosiddetto Core Tier 1 Capital (una misura estesa del capitale di una banca) e il totale dei Risk Weighted Asset (ovvero il totale degli asset pesati per il Rischio, pesati nel senso che agli asset piu’ rischiosi viene attribuito un peso ponderale maggiore).

Sebbene questo rapporto, noto con il nome di (Core) Tier 1 ratio, sia quello previsto da Basilea I/II per valutare la solvibilità di una banca, l’attenzione del mercato si focalizza su un numero piu’ semplice e allo stesso tempo piu’ diretto: il rapporto tra il capitale proprio della banca dedotto il Goodwill (Tangible Common Equity) ed il totale degli asset a cui viene sottratto il Goodwill (Tangible Equity).

Con queste definizioni in mente, passiamo ad esaminare le previsoni del FMI in merito alla solvibilità del sistema bancario per le diverse macro aree economiche globali.

I dati forniti dal rapporto del FMI necessitano di alcuni commenti:

A fine 2008, post perdite e ricapi-talizzazioni, le banche presentavano una Leva estremamente piu’ elevata di quella media per le banche americane (pari a 17 x) della metà degli anni 90 (ovvero prima dell’esplosione della cd bolla creditizia)

Prima degli utili previsti per il biennio 2009 – 2010, il sistema bancario internazionale è sostanzialmente insolvente (e quindi il sincronismo tra utili realizzati e perdite su crediti riconosciute è esiziale …)

Per mantenere il livello di capitale attuale, il sistema bancario deve ricevere nel biennio in esame, ulteriori 450 miliardi di USD di capitale

Per riportare il livello della Leva bancaria a 25 x (indicato come “ scenario base” dal FMI, ovvero a 17 x (livello pre bolla creditizia), saranno necessari, sempre secondo il FMI, rispettivamente 875 miliardi di USD ovvero 1'700 miliardi di USD (!!!!!!)

L’altra strada, e mi preme sottolinearlo, per ricondurre la Leva a livelli ragionevoli, è senza dubbio la riduzione dell’attivo delle banche. Tale processo avrebbe come conseguenze da un lato la cessione di titoli (di debito, partecipatipativi e quant’altro) e dall’altro una forte riduzione degli impieghi (che, come tutti sapete, sono parte dell’attivo delle banche)

FMI (Aprile 09) – Un breve commento

Inutile dire che i dati e le stime fornite in questo rapporto del FMI sono a dir poco preoccupanti.

La reazione dei mercati finanziari nella giornata della pubblicazione del rapporto è stata “sorprendente”, probabilmente aiutata dalle dichiarazioni rassicuranti in merito allo stato di salute del sistema bancario americano, fatte dal ministro del tesoro.

Difficle dire, e non tento di farlo, se questi dati avvranno nei prossimi giorni, settimane o mesi, un impatto piu’ o meno rilevante sull’andamento dei mercati (che è la domanda che tutti voi vi fate e mi fate in questo momento).

E’ certo che rispetto alle prime stime fatte sulle perdite finanziarie legate alla crisi dei subprime il mondo e’ piu’ preparato. Piu’ preparato sotto il profilo psicologico ed anche sotto quello operativo, potendo contare su un numero di strumenti finanziari eccezionali, tesi ad arginare il Default di uno o piu’ banche.

L’andamento dei mercati azionari mi smentirà, ma io non riesco ad immaginare una ripresa economica in un contesto in cui le banche hanno difficoltà a gestire i propri bilanci ed a trasmettere liquidità nell’economia.

E reperire risorse per il loro corretto funzionamento comprese tra 1,4 milioni di miliardi e 2,8 milioni di miliardi di vecchie lire, mi sembra un challenge “abbastanza” ambizioso …

(L'autore è disponibile a commentare i dati).


Segnala un amico

Your email address *
Inserisci l'indirizzo email a cui vuoi segnalare *