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16-09-2008

Quale modello di banca per il futuro

Merrill Lynch, il suo numero uno Thain è considerato uno dei migliori banchieri al mondo, ha evitato l'errore di Lehman cercando un compratore che potesse sopperire con la propria base di depositi alla crisi di approvvigionamento sul mercato interbancario. Le banche di investimento, per questo si inizia a parlare di difficoltà a Goldman e Morgan Stanley, si indebitano sull'interbancario per poi piazzare in attività a lungo termine; trattandosi di attività in larga parte illiquide, se peggiora il Rating che le agenzie attribuiscono al loro bilancio la capacità di reperire mezzi a breve si inaridisce; se la speculazione non è controllata (negli Stati Uniti si possono vendere opzioni su titoli senza avere i margini di garanzia) nei momenti di crisi di approvvigionamento fare fallire un grossa istituzione non è difficile.
Sono in molti in questo momento a sostenere che solo le banche globali, quelle che fanno tutto, sul modello europeo, possano sopravvivere.
Ma a ben vedere il problema non è quello di poter contare su una base di depositi che consenta di reperire mezzi per finanziare investimenti sbagliati; piuttosto, occorre impedire alle banche di investimento di andare a Leva con i soldi degli azionisti e di investire in attività che non hanno un valore di mercato certo.
Nel 1933 il Glass Steagall Act stabilì una separazione netta tra le due attività: sino a pochi anni fa una banca negli Stati Uniti doveva decidere se prestare soldi o fare la banca di investimento. L'abbandono di questa saggia norma è alla base degli attuali problemi.
Anche l'Europa dovrebbe avviare riflessioni serie al riguardo, se non si vuole che l'enorme espansione del credito al consumo non diventi una minaccia per i depositanti, che qui non sono garantiti.

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