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21-09-2013

Wall Street, Primo Calo Con Volumi Crescenti

Altri strumenti di poltica monetaria non se ne possono inventare e ieri sera, per la prima volta da mesi, il mercato ha accellerato al ribasso con volumi molto più alti del giorno dell'annuncio dela Fed. Wall Street ha visto afflussi di capitali record nell'ultimo mese (quasi 25 miliardi di dollari nella prima settimana di settembre, secondo maggiore dato dal lontano 2000), segno che l'ipotesi di grandi acquisti dagli Stati Uniti in Europa è probabilmente costruita sul nulla (il tasso di cambio dell'euro sale per flussi speculativi sul mercato dei cambi non perchè come sostiene la stampa gli  Americani comprino titoli di stato). Cannata ha fatto sapere dal Tesoro che l'ultima emissione lunga d BTP ha visto un dieci per cento di partecipazione dagli Stati Uniti: può darsi ma parliamo di meno di un miliardo di euro, un'inezia.

Si aggiunge il Rischio di chiusura sulla Finanziaria statunitense, dopo che ieri sera i Repubblicani hanno bloccato di fatto i fondi per la riforma sanitaria, denominata "Obamacare". Se la politica monetaria continua ad essere irresponsabile, almeno sulla politica fiscale è necessario intervenire, anche se questo crea ulteriori penalizzazioni per le fasce meno abbienti.

Sulla Siria, chiaramente fallimentare l'iniziativa russo statunitense, con Assad che chiede un miliardo di dollari per procedere allo smantellamento delle armi chimiche e parla di almeno dodici mesi di tempo.

Ora ci sono tutte le condizioni per la vera tempesta perfetta, inclusa la necessità che Draghi dica qualcosa la settimana prossima al Parlamento Europeo per l'alto livello di cambio della divisa unica. Un euro a 1,35 col dollaro e 135 yen può far comodo alla Germania ma condanna defintivamente le speranze di ripresa per l'Italia: Prada, ad esempio, la settimana scorsa è uscita con un bilancio pesante a causa del cambio dell'euro, da allora ulteriormente rafforzatosi.
Nessuno parla poi dell'effetto Ilva, che fa perdere circa lo 0,15 di Pil a trimestre (poco meno di quanto sia invece la stima per la ripresa del quarto trimestre).
  Le elezioni tedesche diranno inoltre se per l'Italia si apriranno o meno le procedure di infrazione, dopo che il pareggio di bilancio è stato ora rimandato da Letta al 2015: quasi certo se i partiti anti euro dovessero conquistare seggi in Parlamento.
Il governo italiano ha molta buona volontà ma sono i meccanismi di rappresentanza che non funzionano, non è possibile dover aumentare l'Iva di un punto e trovare meno di due miliardi dalla spending review: il governo è scacco di un sistema politico che se non riformato lo rende incapace di operare con efficacia. E l'ottimismo a oltranza di Saccomanni e di Zanonato (che due settimane fa dava per quasi certo che le aliquote Iva non sarebbero aumentate) è servito a trascinare la borsa al rialzo, ma in quanto ingiustificato ha contribuito a scatenare gli interventi a gamba tesa dei commissari europei.

La banca centrale statunitense ha perso da qualche mese il controllo del mercato obbligazionario (200 miliardi di dollari circa sono le minusvalenze potenziali stimate sul suo bilancio per effetto del rialzo dei tassi) con tassi sul decennale quasi raddoppiati da maggio, nonostante il calo seguito alla conferenza della Fed. La settimana prossima dirà se anche sul mercato di borsa gli strumenti che hanno funzionato per tutti questi anni, per primo la continua vendita di contratti future sulla volatilità per "drogare" il listino, siano ancora applicabili.

Come diceva Buffett ieri, le politiche della Fed hanno creato diseguaglianza (sta succedendo lo stesso anche in Europa): se inizia a mancare fiducia che almeno servano alle aziende, il meccanismo si inceppa (certo è che l'intervento della Fed ha consentito a Blackrock e Pimco di realizzare forti plusvalenze sull'emissione Verizon).

Non saranno quindi eventi particolari a creare inversioni di tendenza: l'unico fattore che possiamo ipotizzare sia in grado di scatenare un crollo dei mercati è a questo punto la perdita di fiducia nelle banche centrali, cosa di cui è sembrato preoccupato ieri Bullard, del direttivo della Fed, che ha cercato di ridimensionare il peso delle affermazioni di Bernanke.Tra l'altro una correzione ora negherebbe con ogni probabilità la candidabilità della Yellen, considerata ancora più di manica larga di Bernanke (che potrebbe vedersi richiamato per un terzo mandato).
Se non succede ora, con larga parte degli investitori istituzionali scarichi e il segmento dei piccoli risparmiatori pesantemente investito in azioni, questa volta è davvero differente, il mondo è in grado di funzionare permanentemente contro le leggi della fisica.

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