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29-04-2010

Euro, quali le soluzioni possibili

Impressionante la velocita' con cui mercato e politici cambiano idea di giorno in giorno sulla questione del debito di diversi stati europei. Ieri, dopo essersi opposta ad oltranza la Merkel sembra avere appoggiato un piano triennale di 120 miliardi a favore della Grecia, per evitare un altro collasso stile Lehman.
Ancora una volta invece che fare demagogia bisognerebbe andare alla radice del funzionamento del sistema finanziario. Non esiste altra spiegazione al "contagio" che immediatamente dilaga al debito di altri stati membri ogni volta che la Grecia viene data per spacciata se non il fatto che le banche si mettano ancora una volta a Leva per attaccare in blocco volta a volta il debito di Portogallo, Spagna, forse in futuro Italia.
Dell'euro il principale beneficiario e' stata proprio la Germania. La sua industria esportatrice non ha piu' dovuto combattere con la svalutazione competitiva che paesi come Italia e Spagna usavano sino agli anni 90 con una certa regolarita'. Per qualche ragione di convenienza politica pero' tutti attaccano la Cina sul cambio ma nessuno attacca la Germania.
Allora tra le ipotesi possibili due sole, avanzate da Stiglitz e Roubini, tra i pochi economisti che ci sembrano davvero indipendenti, possono essere perseguite:
- la prima, secondo noi la piu' realistica, che sia la Germania ad uscire dall'euro e non i paesi deboli. Se la Grecia esce, poi sara' il turno di tutti gli altri:
- la seconda, che le politiche fiscali degli stati membri vengano armonizzate. Questo sarebbe lo scenario migliore ma vuole dire privare gli stati dei propri ministeri delle finanze: missione impossibile.

Allora, gli scenari probabili si riducono alla prima ipotesi o al vecchio gioco dei politici di cercare di rimandare i problemi veri a dopo il loro pensionamento. In entrambe i casi l'euro e' con ogni probabilita' destinato ad indebolirsi strutturalmente.

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