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23-10-2005

La settimana borsistica internazionale al 21 ottobre

Anche nell’ottava appena trascorsa, il tono di fondo sulle principali piazze
finanziarie internazionali non è risultato particolarmente positivo.
Sul fronte valutario, il dollaro Usa ha perso chiaramente terreno contro EUR e CHF. Hanno avuto un certo effetto in questo ambito i timori legati ad un rallentamento della dinamica congiunturale Usa.
L’oro ha fruito della citata tendenza sulle divise, guadagnando diverse posizioni.
Le quotazioni petrolifere hanno palesato minori pressioni, grazie in particolare
ad un incremento delle scorte americane di greggio su base settimanale
ed al fatto che l’ultimo uragano, Wilma, ha risparmiato gli impianti produttivi del Golfo del Messico.
Le Borse del Vecchio continente hanno risentito di alcuni sfavorevoli bilanci trimestrali aziendali, sebbene non siano stati preponderanti, nonché di crescenti attese di rialzi nei saggi d’interesse. Realizzati in maniera consistente i titoli del settore tecnologico. Una bella sorpresa è pervenuta dall’indice precursore tedesco sulla fiducia delle imprese, che ha superato in ottobre le più ottimistiche previsioni, toccando il punto maggiore da 5 anni a questa parte: la spinta decisiva è stata la ravvivata domanda interna.
I listini azionari statunitensi hanno patito l’effetto di vari dati macroeconomici
deludenti, come l’indice di fiducia dei consumatori e gli ordinativi di beni durevoli, che si sono dimostrati peggiori rispetto alle previsioni. Da non trascurare, poi, l’eco delle cattive notizie concernenti Gm. Degna di menzione la nomina di Ben Bernanke alla successione di Alan Greenspan alla guida della Federal Reserve. Il neopresidente ha dichiarato per l’occasione di voler continuare nella via tracciata dal suo predecessore.
L’indice guida della Borsa nipponica ha riportato una plusvalenza. Gli acquisti
sono riusciti a prevalere, malgrado le apprensioni legate alla negativa evoluzione degli utili di alcuni gruppi elettronici e le preoccupazioni legate alla salute Finanziaria della General Motors. Nonostante la fase di ripresa economica in atto, segnali di stanchezza sono giunti dal comparto dei consumi giapponese.
Anche la produzione industriale riferita al mese di settembre è apparsa
inferiore alle stime degli analisti.
a cura di Corner Banca


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