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04-10-2012

Bce, Più Preoccupata dei Mercati che dell'Economia Reale

Tassi invariati, (forse si poteva chiudere il corridoio tra i vari livelli di riferimento, abbassando ad esempio quello di rifinanziamento) a causa di un' Inflazione quest'anno sopra il due per cento, nessuna indicazione aggiuntiva sui criteri di condizionalità. Secondo Draghi sono i governi che devono chiedere gli aiuti (in conferenza si è accennato alla possibilità che anche la Slovenia debba ricorrervi) a condizioni che a suo dire non devono essere necessariamente punitive, anche se non si vede come questo sia possibile perchè la "punizione" è proprio usata dagli stati creditori per convincere coloro che ricorrono agli aiuti ad abbandonare sovranità nazionale.   Ci si aspetterebbe comunque che di tali condizioni la Bce e l'Unione Europea abbiano discusso, altrimenti il tutto si risolve in un gioco di scarico di responsabilità reciproche. Le voci sulle possibili dimissioni di Rajoy in Spagna sono probabilmente legate al Rischio politico che la Merkel correrebbe promuovendo presso il parlamento tedesco le eventuali richieste spagnole. La Spagna ha esigenze di cassa impellenti che possono essere assolte solo in presenza di un programma di aiuto: non si tratta più, come nella prima parte di questa crisi europea di potenziali insolvenze, vi sono ora esigenze di breve. Crediamo quindi che prima di tornare dal Bundestag si lascerà che gli Spread aumentino di nuovo, almeno per quanto riguarda il debito spagnolo.
Tutte queste schermaglie non fanno  il gioco dell'Unione, che vede la propria moneta rafforzarsi in un momento in cui, a differenza di quello che diceva oggi Draghi, non vi sono più recuperi di efficienza possibile attraverso un abbattimento del costo del lavoro. Solo un euro molto più debole aiuterebbe Spagna e Italia, una circostanza di cui la banca centrale, unica tra le sue omologhe, Svizzeri, Americani e Giapponesi sono tutti attenti al cambio della loro divisa, sembra dimenticarsi. Tra l'altro da anni il rafforzamento dell'euro ha effetti inflattivi in area euro, almeno per l'Inflazione che misura anche il costo di materie prime ed energia, le componenti che ora spingono il tasso oltre il due per cento obiettivo. La ragione è da ricercarsi nel fatto che  vi sono relazioni dirette tra cambio euro/dollaro e prezzi delle materie prime, che vengono pagate in dollari, dove oramai da parecchi anni ad un aumento del cambio relativo dell'euro contro la divisa statunitense corrispondono aumenti più che proporzionali nel prezzo, ad esempio, del petrolio.

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