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08-03-2016

Davide Serra, "Grandi Prospettive per i mercati europei"

 
Ieri sera presso la sede della Boston Consulting Group a Milano, intervento del finanziere, cittadino inglese e commendatore della Repubblica italiana.
L'ottimismo trasmesso nel corso dell'incontro si fonda su alcuni elementi principali.
1) Gli interventi di politica monetaria della Bce sono solo all'inizio: secondo Serra Draghi avrebbe almeno ancora quattro frecce al suo arco.
2) I valori assoluti delle borse europee (ma anche di quelle asiatiche) sono uguali o di poco superiori a dieci anni fa mentre la borsa statunitense si trova a livelli  molto più alti. Quindi i portafogli di Algebris, la società di gestione del finanziere, pesano molto l'Europa e l'Asia, poco gli Stati Uniti.
3) Il numero di poveri si è decimato nelll'ultimo ventennio. Esiste oggi un mercato di potenziali "consumatori" di cinque miliardi di persone.
 

Forse vale la pena di osservare pero' che :
a) Gl interventi di politica monetaria della Bce ad oggi, non hanno sortito nessuno degli effetti sperati. Non vi sono particolari ragioni per pensare che le prossime quattro "frecce" vadano a segno.
b) I mercati europei, in particolare la borsa italiana dove Serra è grande sostenitore di alcuni valori del comparto bancario sono a livelli minori o uguali di dieci anni fa ma a differenza degli Stati Uniti il Pil oggi è più basso di dieci anni fa.
c) mentre vengono citate statistiche secondo cui il numero di persone che vivono con meno di tre dollari al giorno sarebbe un decimo rispetto ad un ventennio fa, L'Europa è alle prese con una ondata di profughi mai vista dai tempi del secondo dopo guerra. Le statistiche sono spesso medie del pollo, come recentemente ricordava la Onlus Oxfam nel convegno di Davos, la differenza tra poveri e ricchi è aumentata, non diminuita https://www.oxfam.org/en/pressroom/pressreleases/2016-01-18/62-people-own-same-half-world-reveals-oxfam-davos-report


Ier sera Serra ha ricordato che i mercati finanziari non sono razionali, ma il risultato delle opinioni dei vari operatori. Ma le opinioni degli operatori non hanno tutte lo stesso peso, soprattutto in un paese che si sta avvicinando ad avere un unico polo editoriale di stampo filogovernativo, un'esperienza che l'italia non vive dal tempo del fascismo.
invece l'esperienza di un gestore di patrimoni che ha appena aperto ufficio a Milano per investire nei crediti incagliati delle banche e  che è nello stesso tempo anche consigliere del primo ministro, il nostro paese non l'aveva ancora vissuta.
 

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