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16-06-2012

Decreto Sviluppo, Ma Quale Sviluppo?

Davvero inaccettabile oltre che nei contenuti, il modo con cui è stato presentato il decreto per lo sviluppo, la cui discusione non era in programma, presentato ieri d'urgenza.

Il cuore del provvedimento è la cessione di alcune agenzie di garanzia e sostegno alle imprese , Sace, Simest e Fintecna, sempre meno importanti per il paese perchè lo stato non è in grado di garantire proprio niente di aggiuntivo, alla Cassa Depositi e Prestiti, anch'essa controllata dallo stato, per dieci miliardi.

Dove quindi risulti meno stato da questo passaggio, simile a quello della cessione di Snam non è dato di vedere. Il fatto è che nessuno se le comprerebbe mai per dieci miliardi queste agenzie (Snam invece si quella si poteva cedere molto bene) e che dando ad esse una valutazione di fantasia si cerca di indurre i risparmiatori a credere che si è creato del valore e quindi a sottoscrivere eventuali obbligazioni che a questo punto sarebbero emesse con ogni probabilità dalla Cassa Depositi e Prestiti.

Queste obbligazioni come al meno dalla Ragioneria dello Stato Grilli si è affrettato a notare, entrerebbero in competizione con il debito pubblico perchè è impossibile che la Cassa, controllata dallo stato abbia una qualità di credito superiore allo stato stesso. Meno male che almeno lui se ne accorge perchè così questa mascherata durerà poco.

Si affretta Confindustria a sostenere il provvedimento perchè le emissioni obbligazionarie si indirizzerebbero per quaranta miliardi alle piccole e medie imprese, senza preoccuparsi di provare a capire chi sarebbe così stupido da sottoscrivere questi circa ottanta miliardi di emissioni totali, la rimanente parte indirizzata al territorio.

Forse si volevano ridurre i rischi derivanti dall'impatto di un possibile esito negativo delle elezioni greche, ma è meglio non fare praticamente nulla, unico punto fermo del programma del Ministro delle Sviluppo dal suo insediamento ad oggi, piuttosto che gettare fumo negli occhi dei cittadini.
 

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