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15-06-2005

Gli ultimi successi di Apple

È opportuno concentrare l’attenzione su un gruppo della tecnologia che ultimamente è riuscito a rinverdire i fasti del passato, l’americana Apple. Questa icona dell’imprenditoria a stelle e strisce fu fondata nel 1976 in un garage, dove Steven Jobs e Steven Wozniak misero a punto il primo personal computer della storia, l’Apple I, seguito l’anno successivo dall’Apple II, versione modificata e migliorata del I, che riscosse un notevole successo.

Una crisi intervenne nel 1981, quando l’azienda in questione venne relegata in una nicchia dall’ingresso nel mercato dei Pc di Ibm, sostenuta dall’inizio da Microsoft. Ciò in quanto i computer delle due case utilizzavano sistemi operativi differenti, e quello promosso da Ibm ebbe da subito un numero di programmi e applicazioni superiori. Questo fatto diede origine ad una guerra senza esclusione di colpi, che nel 1985 obbligò il fondatore Jobs ad abbandonare la sua società.

Rientrerà quasi 10 anni più tardi, nel 1996, in quanto le vendite della Apple avevano subito un tracollo e il management non era riuscito a capitalizzare il successo iniziale. E il ritorno fece scattare una nuova rinascita, il rinnovo del parco prodotti e la riproposizione del forte spirito innovativo delle origini. Apple tornò a sorridere e, terminati i fasti della bolla speculativa sulle Borse, si riposizionò con nuove creazioni, fra cui l’iPod, nato nel 2001, e una rete di distribuzione alternativa. Il successo che ne è derivato rappresenta la storia attuale,
riferita ad un’azienda che non è più soltanto un produttore di computer, ma cerca di addizionare valore alle proprie attività, distanziando i diretti concorrenti.

Come sottolineano alla Apple, il computer è diventato una sorta di centro a cui collegare svariati hardware, fra i quali l’iPod, i Personal digital assistant, i telefoni cellulari, le macchine fotografiche, i riproduttori di Cd e Dvd. La rivoluzione si è poi estesa alla distribuzione, con la creazione degli Apple Store, diventati veri luoghi di culto per i fan; una rete prossima ai 100 punti vendita di proprietà.

L’ideazione di computer, periferiche e software, vero cuore dell’azienda, si è così rivelata vincente negli ultimi anni, mentre le recenti fortune partono dal citato iPod, il riproduttore di musica digitale diventato un oggetto di moda con volumi di vendita saliti vertiginosamente.

Jobs però è andato oltre, realizzando prodotti sempre più innovativi all’interno della gamma, con lo scopo di aumentarne le funzioni o diminuirne i costi e attuare una profonda coesione fra il suo gioiello e iTunes, un’applicazione della società grazie alla quale si possono scaricare canzoni e album ad un prezzo di 99 cents per traccia. Il boom dell’iPod, la sua semplicità e la completa efficienza del suo sofisticato sistema operativo ha infatti avvicinato molti clienti che avevano inizialmente comprato solo il registratore musicale anche altre offerte aziendali, come il Macintosh G5.
Quindi il gruppo californiano, dominando l’offerta di hardware e software, mantiene ancora un significativo vantaggio competitivo, ma la concorrenza è alle porte.

Sul fronte dei computer, dopo il lancio del nuovo sistema operativo, Tiger OS X, molto apprezzato, si apre la sfida sulle nuove quote di mercato. E il recente taglio di prezzi su tutta la gamma ha stabilito un equilibrio differenziato nei confronti dei Pc tradizionali: per la prima volta l’azienda di Jobs è diventata competitiva anche sui prezzi oltre che sulla tradizionale forza basata sull’eccellenza dei prodotti.
Iniziative queste, grazie alle quali è stato conseguito un incremento dell’utile di oltre il 350%, riportando la Capitalizzazione al di sopra delle vette del marzo 2000, picco della bolla tecnologica.
E la crescita prosegue, con tassi di medio periodo, a partire dal 2006, attesi intorno al 15%.

a cura di Corner Banca


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