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18-03-2005

Il prezzo del petrolio continua a salire....

Il prezzo del greggio è tornato a mettere le ali ai piedi e sembra che, niente e nessuno, sia in grado di arrestarne la corsa.
Così le sedute si susseguono a suon di record sia per il Brent che per il Wti mentre, da un giorno all''altro, le quotazioni, date da molti per dicembre e gennaio in discesa verso i 30 $, sono state riviste e destinate a segnare nuovi massimi.
Quando oramai i 60 $ al barile sono ad un passo è iniziata la guerra delle cifre e, se il trend proseguirà in questo senso, il prossimo obiettivo potenziale saranno gli 80 $ al barile.
La causa di questa infiammata dei prezzi del greggio è riconducibile ad almeno due fattori.

Il primo il fattore climatico con l''ondata di freddo che ha colpito il Nord Est degli Usa facendo aumentare il consumo di combustibili da riscaldamento. Per l''Opec questo elemento da solo non basta, comunque, a giustificare il ritorno del WTI in area 52 $, dal momento che le attuali forniture sono in eccesso di circa 200mila barili al giorno rispetto alla domanda.

Il secondo fattore destabilizzante per il prezzo del greggio è stata invece la revisione da parte dell''AIE delle previsioni di crescita della domanda mondiale di petrolio per il 2005, che potrebbe salire di 80mila barili al giorno, ed avere quindi un effetto ben più duraturo sui prezzi rispetto al maltempo invernale.

A queste motivazioni si aggiungano anche alcuni problemi verificatisi in diverse raffinerie degli Usa e, non da ultima, una consistente dose di speculazione.
L''Opec si sta opponendo fermamente ed ha sottolineato che le allocazioni saudite sono rimaste invariate nel mese di aprile mentre si stanno sollevando voci di un ridimensionamento dei prezzi che vede nella fascia dei 30/40 dollari un prezzo accettabile sia per i produttori che per i consumatori.

I ministri dei paesi aderenti all’Opec si riuniscono il 16 marzo nella città iraniana di Isfahan proprio per analizzare la situazione generale del mercato.
Intanto però l''oro nero è tornato a spaventare le borse internazionali dove gli investitori hanno ritenuto opportuno, in via cautelativa, alleggerire le loro esposizioni.

Il problema greggio torna a disturbare anche i sonni della BCE che, nel suo ultimo bollettino mensile, ha sostenuto che i rischi della crescita in Europa, i cui dati nella seconda parte del 2004 sono stati definiti deludenti, sono rappresentati dall''andamento del petrolio e dalle incertezze sull''effettivo andamento dei consumi.

Su questo punto la Bce raccomanda vivamente che non vengano assolutamente sottovalutati i diversi rischi che potranno influenzare tali proiezioni, ed in particolare l''evoluzione dei corsi del greggio.
Di qui le attese di una continuazione della politica monetaria restrittiva con un rialzo di almeno altri 25 punti base .

Un aumento dei tassi d’interesse, unito all’aumento del prezzo del greggio, potrebbe avere ripercussioni molto negative sul mercato obbligazionario.

Sui mercati azionari invece la crescita dei tassi di interesse dovrebbe essere più che bilanciata dall''aumento dei profitti delle aziende, che in questa fase di espansione del ciclo sembrano in grado di fare segnare ancora per qualche trimestre utili in miglioramento.

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